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l'amico angelo bertolo dice che "il suo è sicuramente migliore": un po' di presunzione! Comunque carino e leggibile, a metà strada fra kafka e fantozzi!
Nella lunga e più o meno fortunata tradizione di libri sul mondo della scuola si inserisce quest'ultimo romanzo di un giovane autore tedesco, Markus Orths. A leggere il titolo, si potrebbe pensare ad un qualcosa di già visto e di già letto; ma non per questo, "Sala professori" dev'essere giudicato un cattivo libro. Anzi. E poi questo romanzo ha dalla sua un pregio non trascurabile, cioè un buon livello di comicità e soprattutto di umorismo, anche se di un humour di matrice indubbiamente tedesca. La storia è semplice, quella di un giovane insegnante al primo anno da docente di preruolo in un istituto di istruzione superiore: ma non è tanto la trama in sé per sé ad essere interessante quanto il contesto in cui si sviluppano e si dipanano le vicende e l’alone di assurdo e di grottesco che avvolge i personaggi, in particolare gli insegnanti, che vengono trasformati in macchiette in scena su di un palcoscenico diretto dalla figura prevaricatrice di un preside cinico e talvolta anche sadico. Eh sì, perché è proprio questa la nota piacevole di questo libro: gli alunni, a cui solitamente si riserva il ruolo di protagonisti nelle narrazioni di questo tipo, in realtà sono soltanto anonime comparse, mentre il punto di vista principale è quello dei docenti, con il loro carico di difetti, debolezze e angosce. E la scuola viene descritta come una specie di giungla, dove la lotta quotidiana di tutti contro tutti assume aspetti esilaranti e non così del tutto lontani dalla realtà delle nostre istituzioni scolastiche e dalla vita che vi si svolge dentro. Per questo il romanzo è spassoso e in alcuni passaggi anche particolarmente divertente, soprattutto alla lettura di chi conosce bene questo mestiere e sa quindi quali siano le “insidie” che aspettano ogni giorno l’insegnante all’ingresso in classe e nella sala professori. In particolare l’insegnante Kranich, il protagonista, costretto suo malgrado a dover lottare contro i colleghi e contro i pilastri del sistema scuola, in mezzo a segretarie zelanti e burocrati inflessibili.
Stesso titolo, stesso argomento, stessa scuola europea in declino - rispetto al mio: Bertolo Angelo Sala Professori, Campanotto editore Udine, 1995. Il mio è decisamente migliore. In questo, viviamo in una atmosfera surreale da 1984, con humour tedesco non certo inglese, senza un progetto educativo, senza una eventuale condanna. Interessante solo per capire l'organizzazione della scuola tedesca rispetto a quella italiana. Nel mio, credo, c'è più umanità, più progetto educativo con condanna delle pedagogie moderne, qualche sarcasmo e anche un po' di humour. Leggetelo e confrontate. Angelo Bertolo.
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