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Un reportage sugli affari e i rituali delle organizzazioni criminali mafiose più importanti, viste con l'occhio disincantato di una giornalista straniera, attenta a non indulgere a stereotipi fuorvianti
Un libro coraggioso e scomodo, soprattutto in un Paese come la Germania dove il reato di associazione mafiosa non esiste e il sistema legislativo non è pronto per combattere la mafia.
Il libro spazia dalla mafia alla camorra senza tralasciare ovviamente la 'ndrangheta...ma i vari argomenti vengono trattati forse un pò troppo con l'approccio giornalistico e sensazionalistico...insomma i temi non vengono approfonditi ma solamente sfiorati grazie ad una serie di vicende ed episodi di vita vissuta dell'Autrice. Nel complesso comunque è un'opera per nulla pesante ma che si fa ben leggere...forse un pò troppo accentuato lo spirito campanilistico "teutonico".
Recensioni
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Duisburg, agosto 2007. Davanti al ristorante Da Bruno vengono ritrovati i cadaveri di sei uomini, tutti calabresi, crivellati da 70 proiettili. Sarà chiamata la Strage di Ferragosto: il primo segno evidente della penetrazione delle mafie italiane nel mondo, della lenta ma inarrestabile colonizzazione portata avanti dai "cafoni" in Francia, Spagna e Germania. Ed è proprio qui, nel cuore produttivo d'Europa, che la mafia ha da tempo indirizzato i propri traffici, non solo per farli fruttare ma soprattutto per "ripulirli": alberghi, pizzerie, ristoranti di lusso ma anche conti correnti e finanziarie. Il libro di Petra Reski, da vent'anni corrispondente in Italia per la stampa tedesca, è un lungo viaggio di ritorno da Palermo a Duisburg. La ricostruzione di un mosaico di luoghi, persone e vicende che parte dalla Sicilia e sale seguendo le rotte della criminalità: Calabria, Campania, su fino al ricco nord-est. E poi ancora oltralpe, nella sua Germania, terra di elezione della mafia, dove non esiste il reato di associazione mafiosa e non sono ammessi l'uso intensivo delle intercettazioni e la confisca dei beni. Nell'edizione originale il libro è uscito censurato per volontà dell'autorità giudiziaria tedesca, intervenuta su richiesta di alcuni personaggi i cui nomi sono ben noti perché figurano nelle informative di polizia (sia italiane che tedesche), nei documenti giudiziari, in numerosi resoconti giornalistici. Tuttavia, di loro non si può parlare in un libro; la gente deve continuare a ignorare il problema. L'edizione italiana poteva scegliere di eliminare semplicemente queste parti del testo; invece ha deciso di riportare le medesime righe nere sulle parole che sono costate a Petra Reski intimidazioni e minacce. Perché il lettore abbia una chiara immagine del bavaglio con cui il potere cerca costantemente di ridurre al silenzio il giornalismo più coraggioso.
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