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Un romanzo di denuncia in chiave ironica. Analisi del romanzo fatta da Daniela Rabia Come si può assistere al tracollo della propria attività a cui ci si è donati per anni con anima e corpo e ricominciare da capo? Come si sopravvive al fallimento indotto della propria esistenza? Come si rinasce dalle proprie ceneri? Troviamo risposta a queste domande conoscendo le vite di Armando e Aurelia, i protagonisti del romanzo di Adriana Toman “Sarà stato una parentesi”, Rubbettino editore. Un aggrovigliato sistema burocratico e bancario, quello descritto nel testo, stritola l’impresa e l’individuo e mette alle strette la solida coppia di imprenditori che si vede costretta a chiudere. I dipendenti, sempre regolarmente pagati, vengono mandati a casa. La Toman, giornalista e regista, già autrice dell’apprezzata “Trilogia Gioachimita”, ci consegna uno spaccato di vita autentico e drammaticamente paradossale, ambientato in provincia di Cosenza ai nostri giorni. Con la storia di Armando e Aurelia s’intrecciano le vite di altri personaggi Davide, Ester, il piccolo Alessandro, Caterina, Minervi, Mousy, un cavallo dal nome di topo, che colorano un mondo declinato in bianco e nero, il bianco del lavoro efficiente e produttivo, il nero della crisi annunciata e inaspettata al contempo nella sua portata. “La luce non passa se le imposte sono chiuse” – ci rammenta la scrittrice – nel tentativo arduo di aprire quelle imposte e far filtrare i raggi solari per dare un segnale di ripartenza. Qualunque cosa accada bisogna resistere per ricominciare ad esistere. Cosa può fare la letteratura a riguardo? Denunciare, non assuefarsi a schemi prestabiliti e imposti, spronarci a reagire, lenire, consolare, indicare e aprire una strada. Guai soprattutto a voltarsi dall’altra parte pensando che tutto quel che accade intorno non ci riguardi. Guai a non riaprire quella parentesi umana o come ci suggerisce nella nota dell’autrice la Toman stessa a far tacere l’arte e soffrire la bellezza. Daniela Rabi
Appunti estratti dalla recensione di Amalia Dodaro, al romanzo di Adriana Toman SARÀ STATO UNA PARENTESI - Rubbettino Editore Amalia Dodaro, psicologa, psicoterapeuta, docente e scrittrice dopo aver letto il romanzo ambientato in Calabria di Adriana Toman ha fatto un’interessante analisi dell’opera. “L’opera Sarà stato una parentesi di Adriana Toman offre numerosi spunti di riflessione, di natura sociale, politica e psicologica. Tema nucleare sono, senz’altro, gli effetti che il sistema economico capitalistico ha prodotto sulla vita degli individui e l’inesorabilità di alcuni cambiamenti che hanno travolto e, in certi casi, spazzato via certezze e tradizioni consolidate. C’è, tuttavia, molto altro nelle vicende narrate; dal mio punto di vista, in qualità di psicoterapeuta, mi piace soffermarmi sui “fattori di “resilienza”, numerosi nel racconto, che conferiscono dinamicità e brio all’evolversi delle vicende. Sarà stato una parentesi: durante la lettura risuonavano nella mia mente le parole del titolo; le associavo ad una condizione di temporaneità, di precarietà, condizione vissuta dai personaggi della storia, uomini e donne impegnati a reinventarsi un lavoro, a ricercare una sistemazione abitativa, a ricostruire una relazione affettiva in un momento storico critico in cui il sistema capitalistico sembra promettere una trasformazione di “valori” e il superamento di ciò che è vetusto, anacronistico, “non vincente”. Le donne presenti nel romanzo, Aurelia, Artemisia, Caterina si aiutano a vicenda, solidarizzano, creano una “Rete” di persone e insieme, quindi, pongono le fondamenta di una reazione resiliente rispetto alle difficoltà che si trovano a vivere.
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