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Scendo all’inferno ma mi fermo in paradiso - Padre Anonimo - copertina
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Scendo all’inferno ma mi fermo in paradiso
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Scendo all’inferno ma mi fermo in paradiso - Padre Anonimo - copertina
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Descrizione


Un groviglio di emozioni che ti stringe stretto, che ti toglie il respiro, la vista si annebbia e non riesci più a vedere ciò che di bello ti circonda ma, soprattutto, non riesci più a vedere te stessa. L’Anoressia è come un groviglio che ti attanaglia, ti lega con fili di ferro che ti lacerano corpo e anima. Le ferite non sanguinano, ma le senti bruciare fin da in fondo gli occhi, che come si dice sono lo specchio dell’anima, sin dentro il cuore. Briciola ha solo 12 anni quando sprofonda inconsapevolmente nel dramma dell’Anoressia, precipitando come dentro ad un ascensore che la porterà, insieme alla sua famiglia, verso l’Inferno. Una storia scritta sulla pelle più che sulla carta, con un inchiostro indelebile sul proprio corpo, per cercare di cancellare o quantomeno coprire le cicatrici e i segni delle tante ferite lasciate da una malattia che devasta anima e corpo. Un elogio al grande amore che lega una figlia ai suoi genitori ma anche il percorso inverso di un padre, divorato dai sensi di colpa, che non si dà pace finché non rivedrà il sorriso di sua figlia. Un viaggio complesso, pieno di solitudine, paure, incomprensioni e rabbia, ma altrettanto carico di significati positivi e capace di lasciare un messaggio finale di grande amore, l’unica cosa alla fine che potrà farti evitare di salire in quello strano ascensore per l’Inferno o aiutarti, se già ci sei dentro, a trovare la tua fermata per il Paradiso.
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Dettagli

2020
96 p., Brossura
9788855086790

Valutazioni e recensioni

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Scendo all’Inferno ma mi fermo in Paradiso parla di anoressia, un disturbo del comportamento alimentare (con la nuova classificazione del DSM 5 rientra in particolare nei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, ma il concetto non cambia). Bene o male sappiamo tutti cosa comporta e quali sono i sintomi di questo disturbo: perdita di peso a causa di una quantità di cibo ingerita non sufficiente, paura di ingrassare, alterazioni nella percezione del proprio corpo, esercizio fisico eccessivo e/o compulsivo, pensiero rigido, bassa autostima… L’autore del libro non è uno psicologo, uno psichiatra o un medico che parla in modo oggettivo del disturbo in questione. L’autore è un uomo come tanti, un padre, che purtroppo ha dovuto toccare con mano l’anoressia, che si è insinuata nell’animo e nel corpo della figlia allora dodicenne. Il libro non vuole essere una grande opera letteraria, né un modo per fare soldi in più sfruttando qualcosa di brutto. Scendo all’Inferno ma mi fermo in Paradiso è lo sfogo di un padre che ha sofferto, e che a volte soffre ancora, che si è chiesto dove ha sbagliato, se poteva accorgersene prima, ed è una speranza, la speranza di poter salvare anche una sola vita a un’altra ragazza (o ragazzo, perché i disturbi alimentari sono in aumento anche tra i ragazzini) che sta per entrare in un girone infernale. Ho visto con i miei occhi, e toccato con mano, il corpo di una persona dapprima sana, in forma e con un gran bel fisico che pian piano è diventata l’ombra di sé stessa. Fortunatamente con gli stessi occhi ho visto quell’ombra riappropriarsi del proprio corpo e ritornare a vivere. È facile studiare questi disturbi, è facile vederli su uno schermo, ma quando colpiscono una persona che conosci non ci vuoi credere. Com’è possibile? Com’è possibile arrivare a quel punto? Ma io quel corpo lo invidiavo. Era bellissimo. Possibile che lei non lo amasse allo stesso modo? Possibile non vedere la propria bellezza? Io, che mi sono [continua sul blog]

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