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L'autore manipola la lingua italiana con rimarchevole abilità: ne vengono fuori pulsanti descrizioni di luoghi e stati d'animo condotte con similitudini e sinestesie originali. I paesaggi si aprono davanti a chi legge e i personaggi si materializzano. Lettura spedita e coinvolgente, senza dubbio, ma soprattutto in qualche modo istruttiva per chiunque ami prendere parte a vicende di un passato storico reso vivo con vicende verosimili.
La Signora che vedeva i morti è un romanzo affascinante, nella cui lettura mi sono immersa con entusiasmo. L'ambientazione storica del XVII secolo tra Pisa e Villafranca in Lunigiana è accurata e particolarmente apprezzabile da parte di chi - toscano, come la sono io - conosce e vive oggi in questi luoghi. Ad essa si affianca una vena fantasy, che costituisce una cornice leggera, non invasiva delle indagini investigative. La figura centrale è Debrena, Primo Siniscalco dell'Ufficio Indagini Speciali dei Reali Moschettieri, una donna che è la perfetta dimostrazione del fatto che, nella vita, c'è sempre la possibilità di riscattarsi, anche se si ha un "vistoso" difetto fisico, che non voglio svelare! Accanto a Debrena, una coppia di investigatori di eccezione, Manfredi Gambacorti, colonnello dei Reali Moschettieri e Franco Gentilini, mago giudiziario, il quale sarà il primo a scoprire il talento della giovane. In sintesi, un giallo ben costruito ricco di intense descrizioni (al bando i periodi brevi che connotano troppo la letteratura contemporanea!), che, catturando la vostra attenzione, vi terrà con il fiato sospeso fino all'ultima pagina del libro!
Chiedo scusa a chi leggerà questa mia recensione se apparirà " di parte", ma essendo io una lunigianese, ho trovato questo libro veramente eccezionale. Scritto in maniera scorrevole ed elegante, è riuscito a coinvolgermi completamente con i luoghi e personaggi descritti.E, giunta quasi alla soglia degli ottanta, ho rivissuto nella lettura i momenti in cui bambina, alla mano del nonno,salivo al castello Mal Nido e dall'alto del camminamento vedevo scorrere il fiume Magra,la Chiesa di S. Nicolò,il mulino, la vecchia via francigena... e il falò di S. Nicolò s'innalzava nella piazza tra le grida festose della gioventù e il vocio delle persone accorse ad ammirarlo... E i fiocchi di neve che scendevano presentavano ai miei occhi un paesaggio fatato. Il mio pù sentito grazie all'autore e l'incitamento a scrivere ancora Augusta
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