Registrazione dal vivo, Concertgebouw, Amsterdam, 18 Settembre 2016. Ogni registrazione mahleriana dell'orchestra del Concertgebouw suscita interesse. Senza dubbio per la qualità dell'organico e l'acustica della sala a cui lega il suo nome, ma soprattutto per il nesso che si è stabilito con Mahler sin da quando si impegnò di persona come direttore della compagine negli anni 1903-1909. L'interesse aumenta in relazione al fatto che la presente registrazione documenta la prima esecuzione mahleriana con un nuovo direttore musicale. Daniele Gatti onora il suo incarico mantenendo il repertorio, come da tradizione, centrato su Mahler, Bruckner e Richard Strauss. Gatti è conosciuto non solo per un particolare slancio nell'approccio al grande repertorio sinfonico, ma anche per un affinato senso della dimensione drammatica. La Seconda di Mahler contiene numerosi momenti teatrali. Il direttore ha studiato con particolare attenzione le indicazioni del compositore, accelerandi e rallentandi nei punti esatti segnati in partitura, per ottenere un risultato che rispetti minuziosamente i cambiamenti di tempo, talvolta repentini, ma lontani, come sottolineato da Gatti, da una concezione rapsodica. Il primo movimento occupa l'intero CD1, rispettando in certo modo l'origine del movimento sinfonico, concepito, in un primo momento, come un poema sinfonico indipendente, dal carattere funebre come sottolineato dal titolo “Todtenfeier”. Una sinfonia che, rompendo lo schema formale in 4 movimenti abbraccia alti pensieri riguardanti il destino dell'essere umano, le sue angosce e le speranze di vita dopo la morte, molto evidenti nel riferimento alla predica ai pesci di Antonio da Padova e con l'intervento della voce su un testo particolarmente toccante, “Urlicht” (luce originaria o luce primordiale) tratto dal ciclo “Des Knaben Wunderhorn” e continuato dallo stesso Mahler.
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