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Il volume nella prima affronta l’analisi della società contemporanea come società permeata dalla tecnica e dall’ideologia digitale. Nella seconda si affronta il tema della sociologia digitale, a partire da opere come “Sociologia digitale” di D. Lupton e “Sociologia dei nuovi media. Teoria sociale e pratiche mediali digitali” e “La sociologia e la pratica quotidiana dei Digital Media” di N. Couldry. I due libri standard sono sospesi tra due interrogativi: se la nostra società sia una società ormai in balia del digitale o se l’uomo riesca comunque a dare senso all’agire, alla comunicazione, alle istituzioni, all’economia, al diritto e alla politica. L’analisi della società non si mantiene sul piano teoretico generale ma affronta l’analisi di alcuni ambiti istituzionali rilevanti come la politica, la Smart City, produzione e lavoro, in particolare l’Industria 4.0, la comunicazione e i social network. Nella seconda parte, dedicata alla sociologia digitale, sono presi in esame i corsi universitari di Warwick e dell’Oxford Internet Institute, con l’obiettivo di avvicinare delle best Practices accademiche e per chiedersi quale epistemologia stiano sviluppando i corsi universitari che formano gli specialisti della sociologia digitale. E’ pertanto ovvio che, in quest’ambito dell’analisi, si cerchi di chiarire natura e obiettivi degli algoritmi e della nuova metodologia di ricerca dei Big Data. Analisi quest’ultima che preannuncia il raggiungimento di traguardi conoscitivi che le classiche capacità di elaborazione dei dati non permettono. E’ in questione se le nuove metodologie e la possibilità di esaminare quantità, estensione temporale e complessità delle variabili ci permetterà di raggiungere traguardi conoscitivi sinora preclusi. E’ per questa ragione che il lavoro di Scaglia, apertosi all’insegna del binomia Logos-Techné, si chiude con il riferimento ai drammatici interrogativi filosofici e di teoria della conoscenza che richiamano l’opera di Nietzsche e di Heidegger.
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