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Questo splendido libro, custode e rivelatore di notizie storiche che non avevo mai sentito prima (eppure sono un appassionato di storia del '900) chiarisce una volta per tutte quanto stupidi siano i riferimenti a "cuginismi" bastardi (nel senso di razza) d'oltralpe. Noi siamo Italiani e loro sono Francesi. Punto. Se no siamo cugini anche degli Austriaci, vista la commistione di terre e genti nel Sudtirol-Altoadige. Eppure non mi pare che nessuno abbia mai fatto riferimenti in merito, e sì che gli Austriaci sono un vero Popolo, non come i francesi, che sprizzano livore ed odio ad ogni piè sospinto. I Francesi ci sono parenti per il fatto che ci hanno sempre invaso e comandato, trattati come servi e tentato di tenere divisi e deboli. In pratica loro ci sono "cugini" tanto quanto è madre una donna che partorisce un bambino e lo uccide. Questo è un libro che andrebbe fatto leggere alle scuole medie e superiori, per una critica coscienza storica dei ragazzi e delle ragazze, finalmente obiettiva e più completa.
Una interessante pagina di storia purtroppo dimenticata, anzi, forse, da sempre sconosciuta ai più. Di questi tempi è un libro da leggere alla luce delle pesanti aspirazioni che la Francia ha sull' Italia non più sotto il profilo territoriale ma economico. Parmalat, Alitalia, Edison sono gli equivalenti attuali di Valdaosta, Briga, Tenda del dopoguerra. La Francia ha sempre mirato a sottomettere l' Italia e con la scusa dell' Unione Europea, del libero mercato vi sta riuscendo senza nessuna resistenza della nostra svenduta, inerte ed indifferente classe politica. D'altra parte non dimentichiamo l' estrema difficoltà delle imprese italiane nel penetrare il mercato francese sia sotto il profilo commerciale che delle acquisizioni (ENEL dovette rinunciare qualche anno fa a Suez per l' opposizione del governo francese, Parmalat, Fiat ferroviaria, BNL invece sono state vendute ai francesi senza alcuna resistenza dei nostri governanti... e presto toccherà ad Alitalia). Da leggere per meditare sui perfidi "cugini d' oltralpe" e sul nostro rischio di diventare colonia francese.
Veramente interessante. Nonostante mi piaccia molto la storia, segua con passione le vicende del Novecento non avevo mai sentito nulla delle pressioni di De Gaulle per ottenere tutte quelle terre italiane. A scuola si impara che abbiamo dato alla Francia Briga e Tenda a titolo di risarcimento, ma non una riga sulla volontà francese di annettere una buona parte del Piemonte e della Valle d'Aosta. Nebiolo ha potuto consultare diverse carte "segrete" e ne ha tratto un libro che si legge anche come romanzo. Ben fatto. Certo che ricordo De Gaulle come una grane e emerita testa di c...., mi ricordo (avevo ormai una decina di anni) quando si oppose prima all'ingresso della Gran Bretagna nel Mercato Comune Europeo e poi quando sbattè fuori qualche anno dopo dalla Francia la Nato e gli americani. Del resto se litigava con loro anche quando aveva le pezze sul sedere e dipendeva escusivamente da loro, quando era diventato indipendente non si poteva aspettarsi altro. Siparietto finale: l'incontro al traforo del Monte Bianco con il Presidente Saragat: era il primo ambasciatore italiano a Parigi dopo la guerra e De Gaulle per fargli dispetto voleva trasferire l'ambasciata italiana in un albergo, requisendo l'edificio dove da sempre risiedeva il nostro ambasciatore. Saragat non fece niente, se non minacciare di requisire Palazzo Farnese a Roma. Se penso al nostro attuale presidente del consiglio di fronte a Sarkozy, mi vien da piangere.
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