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Lo stadio di Wimbledon
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Lo stadio di Wimbledon - Daniele Del Giudice - copertina
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stadio di Wimbledon

Dettagli

1996
Tascabile
128 p.
9788806141097

Valutazioni e recensioni

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paolo
Recensioni: 3/5

Un giovane aspirante scrittore cerca risposte ai dubbi sulla sua vocazione indagando la vita misteriosa di un letterato che non scrisse, ma volle farsi personaggio nel racconto delle vite altrui. Oggettività e calore, gelo e umanità si fondono e si alternano in questo piccolo curioso mosaico di figure "minori" cui si stenta a riconoscre plausibilità di persone reali. Le scene sembrano svolgersi al rallentatore entro immagini fredde come certi quadri di Edward Hopper, ma all'improvviso la lentezza, la sottile disperazione di fondo, lasciano il posto al calore del ricordo e del rimpianto.

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Toppi Alessandro
Recensioni: 4/5

Bobi viveva affondato nei volumi:"a letto,adagiato sui guanciali;sul comodino,accanto,un'alta pila di libri;sul letto,ai fianchi,altre due fila di libri".Aveva lunghi periodi d'inerzia,letarghi improvvisi di silenzi e timori:"usava volentieri la parola naufragio.Cominciava infallibilmente a lavorare domani,decisione rimandata di giorno in giorno per settimane".Leggeva specchiandosi in acqua,rendendo squarcio il rumore sottile di prosa:"usciva la mattina presto,sempre con molti libri.Cercava un'osteria lungo il fiume;era indispensabile che non avesse il neon".Bobi "scriveva moltissime lettere",non usava maiuscole,indossava camicie di seta per occhi d'amici e "maglioni di lana quando faceva il girovago".Desiderava inosservanza,Bobi,si divertiva "un mondo e mezzo" e quando sedeva "spalancava le braccia e rovesciava il capo all'insù".Bobi è Roberto Bazlen,il più grande scrittore mancato della letteratura italiana.E "Lo stadio di Wimbledon" è il suo ritratto ad inchiostro.Come una lettera in pezzi,ripianata per santa disperata pazienza;come uno specchio,il cui frantume permette la vista d'una parte,una sola,di sè;come la messinordine di reperti improvvisi d'una stagione che fu:voci,ricordi,frammenti rivivono per curatela archeologica offerta ad un'anima composta di nebbia.Scorgiamo così il "giovane curvo,un pò matto",scrittore "solo di note a piè pagina".Ammiriamo il Bartleby vero tra autori fasulli,scrivano silente di capitoli bianco rimasti.Amiamo il "fallito che viveva l'esistenza degli altri" e che par aver mormorato,tra saper essere e saper scrivere, semplicemente "preferirei di no":"Quanto è faticoso spostare tutto al di quà o al di là.In mezzo potrebbe esserci uno scrittore senza libri,chissà quanti ce ne sono,anche adesso.Però lui ha scritto,in modo sotterraneo,parallelo,quanto bastava per far capire che non avrebbe scritto".E quant'è facile immaginarlo rispondere a Pirandello,per il quale "la vita si scrive o si vive",indicando che "la sua vita, così com'era,è stato il suo capolavoro".Tristemente perfetto.

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FigaroQuaFigaroLà
Recensioni: 3/5

Lo trovo un libro sufficiente. Mi piace l'idea, alcune parti molto intense, ma in altre ci sono troppe descrizioni per i miei gusti, quelle sono importanti certo, ma metterle ovunque no.. rendono pesante la lettura, come anche quasi l'assenza di dialogo diretto, e la presenza di quello indiretto. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più. Spero di leggere al più presto la sua "Mania".

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Conosci l'autore

Daniele Del Giudice

1949, Roma

(Roma 1949) scrittore italiano. Ha esordito con Lo stadio di Wimbledon (1983), che narra l’inquieta ricerca di un giovane intorno alla vita − e al silenzio − dello scrittore triestino Bobi Balzen. L’avventura della percezione, nell’impegno di «vedere oltre la forma» e tracciare una mappa del mistero della creazione, è il tema dominante dei romanzi successivi (Atlante occidentale, 1985; Staccando l’ombra da terra, 1994), dei racconti (Mania, 1997, premio Grinzane) e della raccolta di scritti In questa luce (2013), sorta di autobiografia intellettuale.Da ricordare anche il saggio Nel segno della parola, scritto con Umberto Eco e Gianfranco Ravasi (BUR 2005).Fonte immagine: edizioni Einaudi.

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