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La stanza n. 27
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Diciassette anni. L’età che passa in mezzo a quella lunga ferita che è la giovinezza. Ventisette. Il numero di una stanza familiare e misteriosa al tempo stesso. Giulia, la protagonista, è giovane, bella e tormentata come solo nell’adolescenza si può essere. Una famiglia comune, gli amici del liceo e la passione per la musica coltivata nelle aule del Conservatorio non le bastano. Non le basterebbe il mondo intero. Le sue lacrime e i suoi sorrisi esplodono nel fango di relazioni ambigue, ricordi crudeli, feroci gelosie, desideri e parole sussurrate nelle orecchie sbagliate. Poi succede qualcosa. Qualcosa di definitivo e inevitabile, forse. Il mondo si capovolge, la vita diventa leggera e pesante, sfolgorante e inacettabile. Come la verità. In una Firenze anni Ottanta malinconica e sfuggente come lo sguardo di Giulia, il vicequestore Di Girolamo dovrà precipitare fino a sfiorare il fondo per svelare il mistero della stanza n. 27.
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Autore:
Editore:
Anno edizione:
2019
In commercio dal:
2 febbraio 2019
Pagine:
192 p., Brossura
EAN:
9788832021394
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Elena
13 gennaio 2020
Romanzo scritto in modo molto naive con personaggi poco sviluppati. Promette e non mantiene purtroppo. Una Firenze stereotipata e manca un lavoro di revisione tanto che nel 1986 si parla di intercettazioni di cellulari. Non si può esser tutti scrittori evidentemente nonostante il self publishing
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theuccia
19 settembre 2019
Un libro da leggere tutto d’un fiato. Un giallo erotico che ti tiene sul filo di un rasoio fino alla fine Consigliato
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n.d.
25 luglio 2019
Il mio ultimo acquisto é scaturito da un atto di nostalgia e di affetto nei confronti della mia città che all’epoca era nel pieno del suo splendore. Vi erano anche ottime iniziative culturali ma era anche il periodo ideale per frequentare l’Universitá ( che erano quasi tutte in pieno centro ). Era il periodo in cui stava esplodendo la voglia di locali alla moda ! Noi ventenni ci sentivamo davvero “padroni” della città potendo studiare di giorno e poi avere vita mondana la sera. Di locali ne ricordo due in particolare: il caffè jazz in piazza Santa Maria Novella e il l lounge-bar di Borgo Albizi ( all’epoca sicuramente uno dei locali più trendy della cittá). Era l’epoca dello Yab, eccetera eccetera. Impossibile non ricordare l’Auditorium Flog al Poggetto. Unica differenza con l’oggi é che all’epoca potevi andare nei locali in piena tranquillità. Se un ragazzo ti imbroccava e tu ti negavi, lui sapeva che doveva desistere senza se e senza ma. Oggi tutto questo non esiste più. Come dimenticare le giornate in Via Laura, come dimenticare il mitico Alfio ( bidello tuttofare della facoltà di Scienze Politiche). Oggi tutto questo non esiste più. Per tornare al libro, possiamo scrivere benissimo, la lettura scorre e intanto la suspense cresce. In tutto questo ottime le descrizioni degli ambienti. Complimenti all’autore !
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