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Anno edizione: 2024
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Indice
CAPITOLO 1
In una serena notte di novembre, a ora tarda, dal garage di una grande villa della cittadina di Hanno, nella prefettura di Saitama, uscì velocemente una rombante Volkswagen del '51. Il motore emetteva un terribile frastuono a causa del freddo e indugiava a partire, mentre i passeggeri volgevano qua e là sguardi inquieti.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Nel romanzo di Mishima ci sono degli alienati che si credono degli alieni alla lettera e c’è qualche altro pregio, ma non sarò io a dire quale.
Una famiglia scopre improvvisamente (e inspiegabilmente) di ospitare extraterrestri di diversi pianeti nei corpi dei suoi componenti. Juichiro, il padre, viene da Marte; Iyoko, la moglie, è di Giove; i figli Akiko e Kazuo, invece, appartengono rispettivamente a Venere e Mercurio. Ognuno di loro, prima della rivelazione, ha avvistato dei dischi volanti, ma l’equilibrio della famiglia è molto fragile in quanto non hanno mai assistito all’evento tutti insieme, e dunque non hanno nessuna prova che anche i familiari siano veramente extraterrestri.
«Gli esseri umani sono sempre mossi da sentimenti oscillanti e ne rimangono spesso delusi e depressi» Probabilmente l'opera più strana di Mishima. Definirla fantascienza sarebbe esagerato, nonostante le premesse e la trama. Ma devo dire la verità, alcune situazioni e in modo particolare alcune riflessioni dei personaggi, mi hanno ricordato Philip K. Dick. Ora, paragonarli sarebbe assurdo, non avrebbe senso, e anche dire che Mishima sia stato influenzato dall'americano sarebbe alquanto errato. Però è bello fantasticare: e se Mishima avesse letto qualche racconto di Dick? Opera strana, diversa, ma in cui la spada del Maestro è sempre lì, pronta a trafiggere.
Recensioni
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"Fu allora che Akiko scorse un punto luminoso nel cumulo di nubi oscure. Toccò la spalla di Takemiya per attirare la sua attenzione su di esso. Si aggiunse un altro punto, infine furono tre. Scendevano sempre più grandi verso il mare, in formazione. Quando si avvicinarono apparvero nella loro nitida forma di dischi volanti."
Che piacere la lettura di un romanzo di Mishima. La leggerezza della sua scrittura, la delicatezza del tratto descrittivo, i colori tenui, ma non per questo meno incisivi, con cui completa il quadro: tutto si incastra perfettamente per creare infine un puzzle in cui si ricostruisce l'immagine del Giappone contemporaneo, ancora radicalmente legato alle sue tradizioni, ma anche quella dell'essere umano con le sue debolezze ed i pensieri più profondi, che non hanno nazionalità. Come spesso accade quando si legge l'opera di narratori eccelsi, ci si ritrova a sottolineare pensieri, a cercare di ricordare frasi da fare proprie: memorie del privato e non citazioni d'effetto.
Ma che sorpresa questo Mishima quasi fantascientifico! No, certo non si può definire un romanzo di fantascienza. Con questo genere letterario, in realtà non ha nulla da spartire. Ma i protagonisti sono "speciali" e sono loro a trascinare nella direzione dell'immaginario misterioso e nel racconto di ufologia. Una famiglia normale, molto discreta, che conduce una vita regolare, senza eccezionalità di alcun tipo, improvvisamente ha una rivelazione collettiva: padre, madre, figlio e figlia non sono esseri umani comuni, anzi non sono proprio esseri umani, ma provengono da differenti pianeti del sistema solare. Singolarmente, ognuno di loro a distanza di pochissimo tempo, ha contatti diretti con i propri simili della galassia, attraverso avvistamenti di dischi volanti e messaggi telepatici. Purtroppo questa nuova coscienza non è supportata da concrete memorie di una vita extraterrestre, che pur deve esserci stata, ma è tutta basata su una sensazione forte e un nuovo orgoglio: quello di essere creature provenienti dallo spazio. Dal momento in cui la famiglia Osugi riconosce questa comune condizione, muta atteggiamento sia al proprio interno, sia nei confronti dell'esterno. A una iniziale forma di timore, di pudore che porta a nascondere la vera identità si sostituisce la voglia di comunicare le proprie origini e le informazioni che, non ultimo aspetto, possono aiutare l'umanità nel cammino verso la salvezza, vero scopo della presenta extraterrestre sul pianeta.
Un annuncio firmato Associazione degli amici dell'universo e scritto dal capo famiglia Juichiro (Chi si interessa agli ci scriva. Collaboriamo per la pace nel mondo, dove è un simbolo in codice che significa extraterrestri ed è rivolto ai soli iniziati) è il primo passo per allargare gli orizzonti della visione. Si scopre che altri uomini, terrestri in apparenza, sono in realtà provenienti da pianeti diversi. Nasce l'esigenza di ricercare affinità, ricordi comuni e, successivamente, di verificare direttamente, personalmente queste supposte origini. Accade in particolare per Akiko, la ragazza della famiglia Osugi, che decide di incontrare Takemiya, il suo corrispondente venusiano e recarsi a Uchinada, luogo in cui entrambi vedranno dischi volanti approssimarsi alla Terra. Questa ricerca di una prova tangibile della comune ascendenza (gli extraterrestri si mostrano solo ai propri simili) è giudicata come una debolezza di carattere "terrestre", quasi un affronto agli occhi del padre, che forse già intuisce il pericolo insito nella nuova amicizia della figlia. Nel frattempo, per ciò che riguarda la vita pubblica della famiglia, Juichiro ha organizzato un incontro itinerante sul tema "Nell'auspicio di una pace mondiale secondo le istruzioni degli equipaggi dei dischi volanti" per diffondere le proprie idee. Con logiche talora surreali subentra l'interesse del mondo politico nei confronti del movimento e l'allargamento del dibattito ad altri esseri alieni, che, attirati dalla fama dell'Associazione degli amici dell'universo, si presentano da Juichiro, per propugnare teorie decisamente drammatiche: il fine degli extraterrestri è quello di distruggere e non di salvare l'umanità. Solo eliminando del tutto l'umanità, bruciando e devastando con ogni mezzo, afferma Haguro, uno dei tre extraterrestri provenienti da un pianeta lontano, la sessantunesima stella della costellazione del Cigno, (una "direzione nefasta", come afferma Juichiro) "la terra risplenderà nella notte come una piccola lanterna in un giorno di festa. Per la prima volta il mondo parrà un luogo idilliaco. La terra diventerà come tu desideri: una stella meravigliosa." Questo lungo dibattito sul valore dei terrestri occupa quasi interamente l'ultima parte del romanzo ed è sia una denuncia dei limiti e delle piccolezze degli uomini, sia l'affermazione della loro forza, capace comunque superare questi limiti in molte direzioni. Sono pagine che non perdono la levità di tutta l'opera, ma che continuano a testimoniare nel tempo il monito lanciato da Mishima, seppur senza violenza, a tutta l'umanità perché trovi una via d'uscita dal processo lento ma inesorabile verso l'autodistruzione. E il rifugio simbolico in un'altra identità, quella aliena, è forse il grido disperato dell'autore alla ricerca della salvezza personale. Un urlo ancor più agghiacciante perché silenzioso, come quello di Munch, fissato sulla tela quasi un secolo prima.
A cura di Wuz.it
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