Storia dell'Italia repubblicana (1948-2008)

Si tratta di una ottima opera di sintesi che, scegliendo di occuparsi di vari aspetti della storia nazionale, mette in evidenza le contraddizioni profonde che ancora oggi l'attraversano. Chi ha commentato "una storia di sinistra" non vuole riconoscere le gravi responsabilità che ampi settori della politica e della società italiana hanno avuto nel coltivare storture, corruzione, collusione con la criminalità organizzate, il tutto in una gestione pervicacemente irresponsabile del debito pubblico, al solo scopo di impedire che si compisse un vero rinnovamento culturale, economico e sociale. Ripercorrendo la catena di stragi, omicidi, scandali che hanno punteggiato la storia del Paese appare del tutto evidente lo sforzo ostinato e violento delle destre volto a impedire che la democrazia formale divenisse democrazia sostanziale. Il continuo riemergere del mito fascista, la pulsione regressiva della borghesia, il culto individualista dell'arricchimento personale sono l'esito palese di questa azione della vera cultura dominante in Italia, che non è certo quella proposta da settori minoritari e marginali della sinistra. Un Paese che rivela nella tutela del privilegio , nell'amoralità materialista (spesso coperta da una patina untuosa di falsa religiosità) e nel disprezzo egoista per chi soffre la descrizione più realistica e desolante della propria identità.

Libro abbastanza banale, poco innovativo che ricalca altri libri sullo stesso periodo. Inoltre marcatamente di sinistra, risente dei continui richiami al mondo ideologico della sinistra, confondendo i fatti storici e la loro genesi.

Un'ottima lettura per comprendere la storia della nostra repubblica dal secondo dopoguerra al nostro tempo. La formazione da archivista dell'autore conferisce un valore ancora più professionale alla gestione delle fonti. La trattazione risulta scorrevole ed ottimamente scritta, molto piacevole e mai tediosa. Molto scrupoloso ed oggettivo nell'interpretazione dei fatti, mette in luce, senza timore, diverse zone d'ombra di periodi oggi comunemente idealizzati (es. miracolo economico). Coraggioso il desiderio di descrivere le condizioni, reali ed oggettive, di coloro che Jack London avrebbe chiamato il "popolo degli abissi", e che restano spesso esclusi, anche dai tasti storici. Storiografia con la S maiuscola.