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Un bel libro, come del resto gli altri 5, sulla storia della scienze e della tecnologia negli anni successivi alla rivoluzione industriale, su tutti i possibili aspetti e settori. Essendo scritto da anglosassoni, è principalmente rivolto alla cultura di questo mondo, anche perchè è stato la culla della meccanizzazione del lavoro
Recensioni
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scheda di Scaglione, D., L'Indice 1995, n. 3
La prima edizione originale di questa monumentale opera risale al 1958, proprio un anno prima della scomparsa del suo maggior curatore, Charles Singer, grande storico del pensiero scientifico e della tecnologia. Dopo aver presentato la prima versione italiana negli anni sessanta, la casa editrice torinese Bollati Boringhieri ne ripropone oggi una nuova edizione nella collana degli "Archi". Si tratta di un operazione senza dubbio meritoria, poiché questa "Storia della Tecnologia" è uno strumento molto utile e per alcuni versi complementare alle storie del pensiero scientifico e filosofico (quale ad esempio quella ben nota curata da Ludovico Geymonat). L'opera si ferma alle soglie del Novecento, perché, come spiegano gli stessi autori, sarebbe stato impossibile narrare gli sviluppi tecnologici del nostro secolo nello spazio limitato di alcuni volumi, ma anche perché sarebbe stato necessario ricorrere a un linguaggio troppo scientifico. Tutti i volumi hanno infatti il pregio di essere leggibili da parte di un vasto pubblico, sia esso composto da storici, da insegnanti e studenti, non che da lettori semplicemente interessati alla materia senza una particolare preparazione tecnica. I due tomi del quinto volume sono dunque quelli finali, e riguardano gli anni che vanno dal 1850 al 1900. I capitoli sono raggruppati in otto parti (produzione primaria, fonti di energia, lo sviluppo dell'industria elettrica, l'industria chimica, trasporti, ingegneria civile, manufatti, la soglia del XX secolo). Il tema più ricorrente è quello dell'importanza della scienza applicata, con ampi riferimenti soprattutto all'industria chimica e a quella elettrotecnica. Risulta molto interessante anche l'approfondimento della relazione tra l'istruzione tecnica e il progresso nel campo industriale. Da questo, come segnalano i curatori, dovrebbe scaturire una lezione anche per i nostri tempi: quelle nazioni che non diedero importanza all'educazione scolastica, nella seconda metà dell'Ottocento conobbero il declino economico e sociale. Rispetto ai volumi precedenti, il quinto è dunque maggiormente attento agli aspetti umani del progresso tecnologico. Degni di nota sono infine gli indici (nomi di persona, di società, di località, argomenti) e le numerose tavole, presenti sia nel testo che a fondo volume.
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