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Riprendendo gli studi sulle province romane già affrontati in altri lavori, Meyer-Zwiffelhoffer presenta in questo testo, traduzione italiana dell'originale tedesco pubblicato nel 2009, una sintetica analisi del sistema provinciale romano a uso di lettori non specialisti in materia. I tre capitoli in cui il lavoro si articola (dedicati rispettivamente al concetto di imperium e alla storia delle province dalla repubblica alla tarda antichità, al sistema amministrativo e di governo dell'impero e alle componenti culturali e intellettuali individuabili nel processo di assoggettamento) sono preceduti da una breve introduzione sull'evoluzione diacronica del concetto di dominio universale e sull'idea di continuità dell'impero dall'epoca romana al XIX secolo. Nelle conclusioni, che efficacemente compendiano i contenuti dei tre precedenti capitoli, si offre una possibile risposta alle domande poste nell'introduzione circa le ragioni del perdurare del sistema provinciale nel mondo romano.
Gli studi sull'impero romano sono da sempre condizionati dal dibattito tra i sostenitori dell'esistenza di un disegno preventivo dietro all'azione romana nei territori assoggettati e i propugnatori dell'assenza di una vera teorizzazione dell'espansione. Tentare un'analisi del sistema provinciale romano che prescinda dai casi specifici per ricercare una regola generale sottesa a ognuno di essi significa inserirsi pienamente in tale dibattito. Tuttavia, forse per esigenze di concisione dettate dalle linee editoriali, l'autore non rende adeguatamente conto della complessità e della stratificazione di concetti quali quelli di imperium, di provincia e di romanizzazione, che inevitabilmente costituiscono la base di un discorso sul sistema provinciale romano, optando per silenzi e affermazioni spesso arbitrarie che semplificano eccessivamente il quadro di riferimento e impediscono al lettore di avere percezione del dibattito storiografico di cui essi sono oggetto. A ciò si aggiunga che le scelte lessicali dell'autore, non sempre agili nella versione tedesca e tradotte in modo fin troppo letterale in italiano, non facilitano la comprensione né l'acquisizione di un linguaggio appropriato.
Utilmente si potrebbe integrare la lettura di questo libro con quella del lavoro, seppur molto più tecnico, pubblicato nel 2008 da John Richardson, The language of empire, che affronta l'evoluzione contenutistica dei termini imperium e provincia dall'età repubblicana a quella altoimperiale. Giulia Masci
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