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Anno edizione: 2003
Anno edizione: 2004
Anno edizione: 2004
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Libro ormai datato, scritto attorno al 2001. A tratti spassoso e cattivo. Non sempre è facile districarsi con nomi e personaggi con cui non si ha familiarità. Mike lotta contro cose molto più grandi di lui, si indigna, ma tanto poi Bush viene pure rieletto. Ricorda ovviamente le vicende Italiane, dove nessuno dice di votare Berlusconi e lui è sempre li. E qui abbiamo Beppe Grillo. L'autore spara un po' su tutti, non affonda però mai troppo. Molte vicende sono troppo complesse comunque, e difficilmente si può dedicarvi poche righe. Alcuni capitoli sono meglio di altri. Alti e bassi, ma sempre interessante. Ricorda vagamente Al Fanken. Una lettura veloce e divertente.
Un doloroso atto d'accusa, documentato, contro l'America ed il Sistema America da parte di Michael Moore. Le molte, troppe nefandezze che si leggono mi fanno sorgere delle questioni: ma tutto il marciume che risiede nella democrazia americana che senso ha? E' proprio necessario arrivare ad un tal livello di corruzione, menzogne ed ingiustizie per essere leader nel mondo? Se l'America è la bandiera della democrazia nel mondo, dobbiamo pensare che sia impossibile avere una democrazia se non illibata, un po' meno "contaminata"?
E' davvero spaventoso riflettere sul fatto che i destini del mondo siano nelle mani di un tonto manovrato da una banda di gangster, ma e' anche necessario farlo e Michael Moore ci aiuta in questo. Per tal motivo libri come il suo (ma forse di più il film) dovrebbero essere adottati nelle scuole come parte del programma di storia. Riguardo poi alla noiosissima tiritera sulla faziosita', sempre tirata in ballo per criticare le idee di chi non la pensa come noi, e' un segno di tempi bui nei quali sostenere le ragioni di una parte e' visto come qualcosa di sconveniente e politicamente poco corretto. Se dire le cose documentandole è fazioso, allora viva la faziosita'.
Recensioni
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Noto e apprezzato regista di fama internazionale, Michael Moore è anche uno scrittore di successo. Negli Stati Uniti questo suo ultimo libro campeggia da un anno in vetta alle classifiche dei best seller e ora, sull'onda delle ultime vicende di guerra che hanno per protagonisti George W. Bush e il suo governo, è stato finalmente tradotto e pubblicato anche in Italia.
Accalorata denuncia delle "malefatte" dell'amministrazione americana, Stupid White Men è il ritratto crudo e disincantato del lato oscuro di un paese in bilico tra avidità e sete di potere; un'analisi animata dalla stessa passione e lo stesso impegno civile che hanno ispirato il documentario per Bowling a Columbine che ha valso all'autore la Palma d'Oro a Cannes nel 2002 e l'Oscar 2003. In trecento pagine fitte di scioccanti rivelazioni l'autore alza con decisione la sua voce contro l'establishment a stelle e strisce e punta l'attenzione su alcuni dei numerosi e gravi mali che minano le basi della nazione: analfabetismo, miseria, corruzione politica, alcolismo, inquinamento. I primi a cadere sotto i colpi della sue critiche sono George W. Bush e i suoi collaboratori, gli "stupidi uomini bianchi" citati nel titolo, colpevoli di avere consegnato il paese ad una leadership incompetente, che ha conquistato il potere con l'inganno ed è responsabile di disastri e inimmaginabili nefandezze. Ad essi si affiancano politici senza scrupoli, asserviti alle grandi aziende, e i grandi finanzieri, i petrolieri e i potenti industriali che detengono il controllo della ricchezza, relegando la maggior parte della popolazione in uno stato di perenne incertezza economica. Senza remore o tentennamenti, in una narrazione coinvolgente, animata da una straordinaria verve satirica, Michael Moore non risparmia proprio nessuno e colpisce duro con una coraggiosa e personalissima interpretazione della società e della politica americana.
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