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Lavoro coraggioso quello del giornalista inglese Stephen Armstrong che in "I Super-Ricchi erediteranno la terra", tradotto qui in Italia da Alet (www.aletedizioni.it), si lancia in una rassegna dei "nuovi padroni del mondo", di quelli che hanno fatto fortuna grazie alla caduta del Muro: da quelli più in vista come Roman Abramovic, proprietario del Chelsea football club, a quelli meno conosciuti al grande pubblico come il magnate dell'acciaio Lakhsmi Mittal o Ren Zhengfei, fondatore del colosso delle telecomunicazioni Huawei. Tutti già ritratti negli interni della copertina del libro, chi in compagnia di splendide modelle, chi ad esibire i propri simboli di successo e ricchezza come gli scintillanti yacht. Come descrive Armstrong in 300 pagine di lucide analisi, interviste e aneddoti sinora sconosciuti, siamo dinanzi all'ascesa dirompente di un ristretto e insidioso club di miliardari globali che ormai si sono impadroniti dei mercati delle materie prime nei paesi dell'ex Terzo Mondo e dell'ex blocco sovietico. Molto pericolosi perchè, spesso collusi con la criminalità organizzata e spalleggiati dai rispettivi governi, non rispondono ai consigli di amministrazione e non hanno patria, sfuggendo così a qualsivoglia forma di controllo democratico e fiscale. Armstrong ci va giù pesante con l'ex presidente del Brasile (ed ex sindacalista) Ernesto Lula, accusato di essere sceso a patti e compromessi (compromettenti) con una classe di oligarchi locali invischiata negli affari più torbidi. Il capitolo (sesto) è proprio intitolato "In Cui Lula fa di Tutto per la Grana".
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