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L’album è il frutto di un lungo lavoro di ricerca di Keith Emerson sulle strutture musicali di Stravinski, Bartok e Alberto Ginastera, nonché sul concetto schonberghiano di atonalità, (quest’ultimo punto, però, viene toccato solo tangenzialmente). Gli studi avranno il loro giusto corollario nel disco che gli ELP incideranno nel 1973, “Brain Salad Surgery”, mentre in “Tarkus” trovano una prima sistematizzazione nella lunga suite di 22 minuti che da il titolo all’album, e che ai tempi del vinile occupava l’intero lato A. La title track gode di una perfetta struttura geometrica a 7 movimenti: strumentali quelli dispari e con accompagnamento vocale quelli pari. Tarkus è anche il contenitore in cui vengono messe a punto alcune tecniche esecutive che diventeranno i tratti distintivi del sound ELP: il martellamento dell’organo Hammond e l’uso “spericolato” del Moog da parte di Emerson; la combinazione di questi due strumenti a tastiera con le linee di basso di Greg Lake; i velocissimi e inaspettati cambi di tempo del potente batterista Carl Palmer. Tarkus è una sorta di archetipo del progressive rock inglese, come lo era stato due anni prima l’esordio dei King Crimson. I due album hanno, forse, poco in comune, ma possiedono un’analoga carica dirompente, che rappresenterà una iniezione di fiducia per decine di gruppi alla ricerca di strade nuove del rock. Tarkus è anche uno dei primi esempi di concept album pienamente riuscito, in cui la forza icastica delle liriche di Lake e la “musica senza barriere” del trio inglese trovano sostegno nel ricco simbolismo della cover art di William Neil, con l’indimenticabile mutante metà armadillo e metà carro armato. Nelle immagini interne compare per la prima volta anche la figura mitologica del Manticore, creatura con la testa da uomo, il corpo da leone e la coda da scorpione. Di li a poco gli ELP fonderanno una loro etichetta discografica alla quale daranno appunto il nome (e il logo) di Manticore. Vincenzo Esposito
spettacolare,complesso,presuntuoso,elegante,mai banale...è tra le pietre miliari nel suo genere.Il prog più raffinato che sarebbe piaciuto persino a Bach.
Recensioni
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