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scheda di Vindrola, A., L'Indice 1994, n. 7
Questa raccolta di saggi curata da Marzia Pieri, fra le tante che in occasione del bicentenario goldoniano sono apparse, sembra a tutta prima non offrire nulla di nuovo: i diciassette interventi presentati sono infatti già tutti apparsi in altre pubblicazioni, in un arco di tempo compreso fra il 1962 e il 1992, con una prevalenza di scritti risalenti agli anni ottanta. Eppure nell'insieme vanno a mettere in luce come, nonostante l'attenzione crescente dedicata a Goldoni, si sia ben lungi dall'aver definito con chiarezza la sua storia drammaturgica, ancora ricca di lacune e contraddizioni. Anzi, proprio nella proliferazione di elementi contraddittori che costellano la vita privata e l'attività teatrale e letteraria di Goldoni sta, come spiega Marzia Pieri nella bella e ampia introduzione che dà senso a tutta la raccolta, la cifra della modernità di questo drammaturgo sempre in bilico fra professionalità e mestiere, fra commedia dell'arte e un nuovo e ancora attuale mercato della cultura, grazie anche alla precoce ma straordinaria intuizione che lo spinge, secondo le parole della curatrice a "una colossale mistificazione di sé". Ma non tanto a restituire una corretta immagine del Goldoni "privato" mira questa antologia, quanto a recuperare la dicotomia fra "mondo" e "teatro", fra il Goldoni che tratteggia caratteri e ambienti del suo tempo con istanze morali e quello padrone del palcoscenico e di tutte le astuzie del mestiere capaci di ridare vita a una tradizione agonizzante. Non è un gioco di ricomposizione critica quanto un tentativo di ricontestualizzare un autore nella società del suo tempo e soprattutto nella percezione e fruizione del pubblico. Tre le sezioni di cui si compone il volume: la prima - dedicata, appunto, al contesto - comprende, fra gli altri, interventi di Ludovico Zorzi sulla vita dei teatri veneziani, di Mario Infelise sul mercato librario, di Orietta Gardi sulla struttura delle compagnie; la seconda analizza lingua, struttura, poetica, attività editoriale e letteraria del Goldoni; la terza è dedicata allo studio della fortuna teatrale di Goldoni; in particolare, gli ultimi quattro saggi volgono l'occhio al presente e alle messinscene delle sue commedie nel Novecento, con due interventi di registi (Strehler e Squarzina), uno di Aggeo Savioli sugli spettacoli goldoniani dal dopoguerra agli anni settanta e un contributo di Roberto Tessari dedicato alla lettura delle "Serve amorose" di Ronconi.
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