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Descrizione


Dopo anni di racconto orale, nasce sulla pagina "Tenente Bravo", ambientato nella Spagna franchista degli anni '50. In una caserma dell'Africa spagnola, una sera viene consegnato un attrezzo consumato e sbilenco: un cavallo da ginnastica che il tenente Bravo ha comprato di terza mano a una vecchia scuola di Ceuta, per allenare le sue reclute. La mattina dopo, davanti alle reclute sull'attenti, il tenente Bravo si appresta a mostrare il salto che i soldati dovranno eseguire. Nel salto più volte ripetuto e fallito, c'è tutta l'ironia con cui Marsé tratta, fra i suoi personaggi, i cosiddetti idealisti, facendoli sbattere il naso contro una realtà più fantastica dei loro sogni astratti. Segue il racconto "Un'automobile di acciaio inesorabile".
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Dettagli

2004
15 aprile 2004
73 p., Brossura
9788874520268

Voce della critica

Un cavallo di legno - un vecchio attrezzo ginnico di terza mano, mangiato dai topi - un gruppo di reclute addormentate, un cortile di caserma dove razzolano impunemente le galline e un tenente dai baffi impomatati. Pochi ingredienti scelti bastano a costruire questo racconto breve di Juan Marsé, un piccolo apologo grottesco, nato (ce lo racconta l'autore nella nota introduttiva) prima come storiella per divertire gli amici nel dopopranzo, poi diventato un testo scritto. Uno scenario desolante - un avamposto solitario nei dintorni di Ceuta, nell'Africa spagnola degli anni cinquanta - fa da cornice ai tentativi dell'ostinato tenente Bravo che, di fronte ai suoi soldati, cerca invano di saltare il cavallo da ginnastica. Prova e riprova, finirà col farsi male. Tanto elegante e sicuro di sé da sfiorare il fastidio, il bel tenentino non potrà che arrendersi di fronte al decrepito attrezzo da palestra: buffa metafora di un idealismo soltanto formale che non fa i conti con la realtà e di una certa logica paradossale e vuota, propria dei regimi militari. Il tutto abilmente messo in ridicolo da Marsé - pluripremiato narratore catalano, attivo dagli anni sessanta - che si diverte a circondare i suoi eroi sconclusionati di asini, maiali, fantasticherie di nonne campagnole e prostitute dalla pelle scura. Il racconto (che nell'edizione originale spagnola del 1987 dava il titolo a una raccolta) qui è accompagnato da un'altra piccola storia, Un'automobile d'acciaio inesorabile, tradotta da Fiammetta Biancatelli, e da una postfazione di Antonio Melis.

Giulia Ziino

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Conosci l'autore

Juan Marsé

(Barcellona 1933) scrittore spagnolo. Ha individuato un’interessante chiave di lettura dello scontro di classe nella «inevitabile» frustrazione erotica tra individui di diversa estrazione sociale. In romanzi come Ultime sere con Teresa (Últimas tardes con Teresa, 1966, nt), L’oscura storia della cugina Montes (La oscura historia de la prima Montes, 1970, nt) o L’amante bilingue (El amante bilingüe, 1990). Se ti dicono che sono morto (Si te dicen que caí, 1973, nt - titolo che riprende un verso dell’inno falangista Cara al sol), ritenuta la sua opera migliore, è un convincente affresco dei bassifondi di Barcellona negli anni Quaranta. La città catalana e la memoria della dittatura franchista fanno da fondale anche alle opere successive (Un giorno tornerò, Un día volveré, 1982, nt; Code di lucertola,...

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