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Terrence Malick. Mitografie della modernità - Francesco Cattaneo - copertina
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Terrence Malick. Mitografie della modernità - Francesco Cattaneo - copertina
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Descrizione


Terrence Malick è un regista misterioso per quanto riguarda la sua esistenza privata e professionale: leggendario per la sua inavvicinabilità, ma in realtà cinematograficamente molto più attivo di quanto la sua riservatezza possa lasciar credere. È anche sceneggiatore e produttore, ma soprattutto è un autore, di quelli con la A maiuscola: la sua indipendenza dai dettami della Hollywood industriale e commerciale è fuori discussione. Questo libro illustra le radici culturali, filosofiche, cinematografiche che sostengono l'idea di cinema di questo artista.
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Dettagli

2006
24 febbraio 2006
247 p., ill. , Brossura
9788846714800

Valutazioni e recensioni

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Numero 6
Recensioni: 4/5

“Riferendosi sempre implicitamente a quello sfondo imprescindibile che è il dialogo tra filosofia e arte, tra filosofia e poesia, così come è stato pensato da Martin Heidegger, la riflessione deve attestarsi sul punto in cui il pensiero si articola con l’opera, evitando da una parte l’evocazione di problemi filosofici in nome di una presunta completezza di analisi (quasi fosse un supplemento di mestiere da parte del critico) e dall’altra uno studio concettualizzante che tenti di estrapolare dai film una “morale” o, simmetricamente, di calargliela dall’alto.” Questo è il metodo cui si attiene l’analisi di tre lungometraggi di Terrence Malick ad opera di Francesco Cattaneo. Il libro offre una serie di spunti particolarmente significativi che chiamano in causa la storia del cinema, la filosofia e la pittura. Essenziali i riferimenti a Heidegger (Malick è laureato in filosofia e ha studiato e tradotto Heidegger) , Edward Hopper e Holderlin. I singoli film si impongono in tutta la loro autonomia ma al contempo rivelano la comune appartenenza ad un universo creativo e ad una visione del mondo complessa e affascinante, un terreno fertile dove si incontrano (e scontrano) i poli della natura e della cultura, e si articolano temi fondamentali come il mito e la modernità. Il saggio (che è del 2006 e quindi non può contemplare le ultime due pellicole realizzate nel frattempo) convince e rappresenta un ottimo modo di accostarsi all’universo dello sfuggente regista texano.

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Voce della critica

Uno degli elementi di maggior forza del cinema di Terrence Malick è sempre stato il rapporto tra l'esiguità, in termini numerici, della sua produzione filmografica (appena quattro lungometraggi in poco più di trent'anni) e la straordinaria ricchezza espressiva e filosofica della sua visione del cinema e del mondo. Il presente volume del critico Francesco Cattaneo si concentra sulle prime tre opere del grande regista statunitense (La rabbia giovane, I giorni del cielo e La sottile linea rossa), escludendo, per ragioni legate alla scrittura del saggio, il recentissimo The New World – Il nuovo mondo. Dottorando presso l'Università di Bologna, Cattaneo esercita la sua attività di critico cinematografico attraverso l'affascinante prospettiva della filosofia estetica, come dimostrano i suoi numerosi saggi su filosofi attenti alla percezione dell'arte come Heidegger e Barthes, e a teorici e registi cinematografici maestri del pensiero come Bazin e Tarkovskij. L'incontro di Cattaneo con il cinema di Malick trova un ulteriore significato nell'attività svolta dal regista nativo del Texas a partire dal 1968 come docente di filosofia nelle università americane. Come spiega lo stesso Cattaneo nella sua introduzione, "Giovarsi di un approccio anche estetico-filosofico nell'attraversamento del cinema di Malick è una scelta singolarmente avvalorata dal percorso del regista, oltre che –e primariamente- dal suo cinema. Con ciò è posta ulteriormente l'esigenza di precisare in che senso ci si avvarrà del discorso filosofico e in che modo sarà possibile valorizzare i trascorsi di Malick. Non si tratta di identificare dei temi o dei problemi posti extra-artisticamente per poi valutare come vengano rappresentati e recuperati nell'espressione artistica. Una tale procedura sarebbe estrinseca e riduttiva, incapace di confrontarsi con la forma artistica nella sua singolarità. Occorre invece farsi indirizzare dalla materia viva dell'arte". È con grande intelligenza, dunque, che l'autore del volume si rivolge all'opera di Malick, per coglierne i contenuti e gli spunti filosofici più interessanti, tenendosi ben alla larga da quella certa tendenza, assai più diffusa, di utilizzare i film per proiettarvi dentro concetti filosofici altri e, spesso, assai poco pertinenti con la cultura e la sensibilità dell'artista. A questo proposito, risulta assolutamente fondamentale il lavoro svolto da Cattaneo nell'ambito dell'analisi dei film, un'operazione che passa attraverso l'individuazione di alcune sequenze emblematiche delle questioni affrontate. A partire da puntuali e lucide osservazioni sugli aspetti più specificamente filmici, Cattaneo stupisce e affascina lo spettatore sottolineando come l'amplissima gamma di riferimenti necessari a cogliere la complessità dell'opera di Malick spazi dai miti fondativi come quelli dell'Iliade e della Bibbia alle icone della cultura americana come James Dean, dai cardini del pensiero occidentale che vanno da Eraclito ad Heidegger, fino ad alcune fondamentali istanze del pensiero orientale come il Tao Teh-ching, le Upanishad e il Mahabharata. Da segnalare, infine, come nell'analisi non manchino anche tutta una serie di riferimenti agli aspetti pittorici contenuti nell'opera dell'autore texano.   Umberto Mosca  

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Conosci l'autore

Francesco Cattaneo

Francesco Cattaneo è ricercatore di Estetica presso l’Università di Bologna. Tra i volumi di cui è autore o co-curatore si segnalano: Luogotenente del nulla. Heidegger, Nietz­sche e la questione della singolarità (2009), I sentieri di Zarathustra (2009), La potenza del negativo. Saggi sulla storicità dell’esperienza (2010), Domandare con Gadamer. Cinquant’anni di «Verità e metodo» (2011), Nietzsche nella Rivoluzione conservatrice (2015). Ha curato l’edizione italiana di Werner Herzog, Incontri alla fine del mondo. Conversazioni tra cinema e vita (2009). È redattore di «Estetica. Studi e ricerche» e di «Studi di estetica».

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