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Ho conosciuto Laurens grazie al film Il mio profilo migliore, tratto da un suo libro. Laurens indaga un territorio ancora poco esplorato: gli uomini visti dalle donne. In questo libro padre, amante, marito, analista, sono persone diverse ma si confondono anche l'uno con l'altro, in quella che è al tempo stesso una dichiarazione d'amore appassionato e una spietata critica da parte di una donna all'altro sesso.
Recensioni
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Tra le braccia sue è un romanzo di sorprendente forza e sincerità. Ovviamente non possiamo sapere quanto ci sia di realmente autobiografico nella storia che Camille Laurens ci racconta, anche se parecchi indizi (il nome della protagonista è lo stesso dell'autrice, la protagonista, come l'autrice, scrive libri) ci fanno pensare che il confine tra realtà e invenzione qui sia molto sottile. Ciò che importa è il coraggio con il quale l'aurtice sceglie di raccontare una donna soltanto attraverso gli uomini della sua vita. È questa, in poche parole, la trama del libro: la ricostruzione di una identità fatta passare attraverso gli altri. Quindi, la donna di questo libro parla di sè al mondo parlando degli uomini che hanno incrociato la sua vita: il padre, il primo amore, l'amante, l'analista, il marito. Però non lo fa fagocitando e annulando su di sè queste figure. Al contrario, ricostruendo se stessa, questa donna ricostruisce anche i "suoi" uomini, ce li descrive nella loro autonomia, nelle loro miserie e nelle loro qualità, legati a lei dall'amore ma, in un certo senso, proprio da questo separati. Allora è toccante e straniata la figura del padre, ad esempio, che tutte le sere, a un'ora stabilita, apre la porta all'amante di sua moglie e esce di casa per non disturbare. L'aurice-protagonista ci dice di sua madre: "Non parlo di mia madre perché mia madre sono io. Sono dentro di lei, so tutto di lei. Una ragazza è sempre dentro una donna". E così ci spiega perché non parla mai delle donne.
Andrea Cotti
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