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Ho letto diversi libri di MacGrath. Mi piace la sua scrittura e questo romanzo non si discosta tanto dal suo genere.Certo, non può definirsi un capolavoro come Follia o Spider ma a me non è dispiaciuto. Tutti sanno che dietro ad ogni psicologo o psichiatra si cela sempre una personalità traumatizzata che sceglie la psicologia anche e soprattutto per risolvere e capire il proprio vissuto. Comunque a chi piace il genere del Thriller psicologico, io lo consiglio.
Bel libro, ho letto altri libri di Patrick Mcgrath come: follia, Grottesco, il Morbo di Haggard. A differenza dei libri appena citati inizialmente questo libro è stato diverso non mi ha coinvolta subito ma verso la metà del libro ho capito che le pagine a seguire mi avrebbero attratto per scoprire cosa si cela di cupo nello Psichiatra che aiuta gli altri ma che non riesce ad aiutare se stesso e la sua famiglia. Sogni irrequieti, trasposizione di immagini nei sogni, si cela dietro tutto ciò qualcosa che il protagonista stesso ha dimenticato. Un trauma.
Trauma e' il primo libro di McGrath che leggo, e non mi e' piaciuto per niente. Non coinvolgente, non e' certamente un thriller psicologico, da non rileggere.
Recensioni
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Nel nuovo romanzo di Patrick McGrath, ritornano i temi del dolore e dell'angoscia, della labilità della mente umana e della intensità delle pulsioni. Dopo il successo di Follia (1998), un libro in cui lo spazio asfittico del manicomio si riversa nel comportamento deviato dei personaggi, Il morbo di Haggard (2002) e Port Mungo (2004), con questo nuovo romanzo McGrath conferma il suo talento nello svelare i lati oscuri e i labirinti intricati dell'animo umano.
Tornano, in queste pagine, tutte le immagini ricorrenti della sua opera. Il rapporto conflittuale con una madre in preda a continue crisi depressive. Un padre assente e lontano, che ben presto abbandonerà il suo ruolo di modello di riferimento nella vita del giovane Charlie, per presentarsi come realmente è, un uomo fallito e alcolizzato. Un fratello più giovane, Walt, pittore brillante e di successo, che vive la vita in maniera edonistica e disimpegnata. Una figura che rimane ai margini dei conflitti che colpiscono la famiglia, un po' per l'incapacità di assumersi le proprie responsabilità, un po' perché le strazianti richieste di aiuto da parte di una madre ormai spenta si rivolgono unicamente al figlio maggiore.
Charlie Weir è un personaggio estremamente affascinante e complesso. Psichiatra di scarso successo a New York, sceglie la sua professione, così come molti altri psichiatri, a causa di sua madre, a causa del senso d'impotenza che lo ha accompagnato per tutta la vita nell'assistere alla lenta e inesorabile disfatta della donna. Il senso di colpa si nutre negli anni e sfocia nella frustrazione di notare la completa indifferenza del fratello, del padre, della madre stessa che accetta passivamente la sua terribile malattia. E il morbo che ha infettato l'animo di sua madre, alla sua morte, si riversa nel figlio, come in una catena ineluttabile in cui il male e l'angoscia non termina neanche quando la vita finisce, ma si trasmette e si perpetua nella mente di chi ha cercato di affrontarli e di combatterli. La vendetta dell'oscuro, la parte più nascosta e intima della psicologia umana, serpeggia nelle pagine di questo agghiacciante romanzo. La storia di un uomo vinto dallo stesso male che cerca di curare, un medico che avvelena se stesso e i flebili rapporti che riesce a costruire, quasi come se il rimedio alla follia fosse una cura omeopatica. E l'amore, in questo contesto, è l'ingrediente della cura. Un veleno che innesta le reazioni in grado di far emergere le pulsioni e i traumi repressi. Un veleno che appare sotto la veste di Nora Chiara, una donna di una bellezza mozzafiato ma dall'aria terribilmente sofferta. Una storia che scatena una passione fulminante ma che col tempo si rivelerà portatrice di nuove e angoscianti paure.
Passione sfrenata da una parte, ma anche un'estrema vulnerabilità, che si trasmette da Nora Chiara a Charlie, un dolore che attiva altri dolori trascinando il medico alla ricerca degli abissi del proprio animo, trasformando il dottore in paziente e il rimedio in veleno. Al cuore di ogni cosa, nel profondo di ogni animo, c'è un trauma latente. Un pozzo nero che avvelena le acque vorticose della passione, che solleva atroci sospetti, ricordi sepolti nell'inconscio pronti a riemergere con tutta la loro terribile evidenza.
Un romanzo che, come una vertigine, ci conduce negli abissi dell'animo umano, una lettura capace di imprimersi a fuoco nel nostro universo percettivo e di farci comprendere i meccanismi intricati con cui, dalla profondità dell'Io, tutto tende, inevitabilmente, a riemergere.
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