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L' uomo tedesco come sintomo - Robert Musil - copertina
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L' uomo tedesco come sintomo - Robert Musil - copertina
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Descrizione


"Trattare l'uomo tedesco come sintomo significa porre il problema della civilizzazione ". In questo saggio incompiuto, del 1923, Musil mette a tema l'impossibilità di una ideologia dominante. Distrutta ogni fede, ogni regola di vita, rimasto privo di una cultura, l'uomo crolla: ne rimangono solo i sintomi. Contando sulle qualità più meschine dell'uomo, il capitalismo plasma e concentra le forze: è l'immane organizzazione dell'egoismo al ribasso. Il lavoro oggi è il nesso fondamentale e il denaro è la misura di tutte le cose. Nel vuoto ideologico, sorge quindi l'uomo dei fatti: politico, commerciante, ingegnere - sottile bilanciamento di calcolo e volontà, razionalità e irrazionalità. La mentalità calcolante poggia però sempre su un coacervo di congetture, approssimazioni, desideri. Inutile cercare soluzioni di retroguardia nel passato: la nuova teoria all'altezza dei tempi è il teorema dell'assenza di forma, antesignano dell'uomo senza qualità.
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Dettagli

2014
5 novembre 2014
116 p., Brossura
9788865985571

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saggio breve ma estremamente denso del grande scrittore austriaco, fondamentale per comprendere l'opera maggiore: l'Uomo senza qualità. Fulminante il passaggio di Rilke e i cannibali. Un piccolo testo imperdibile per tutti gli appassionati di Musil.

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stefano pelagatti
Recensioni: 5/5

A pag. 65 di questo densissimo saggio, Musil scrive: "Sosterrò che un cannibale, trapiantato da piccolo nell'ambiente europeo, verosimilmente diverrebbe un buon europeo, e il sensibile Rilke sarebbe diventato un buon cannibale, se un destino a noi avverso l'avesse gettato da piccolo tra la gente del Mare del Sud". A me sembra che, mentre la seconda affermazione è vera, la prima è falsa. Mi stupirebbe moltissimo che Rilke, tra i cannibali, scrivesse le " Elegie di Duino", mentre non mi stupirebbe affatto che il buon cannibale, divenuto un raffinato europeo, nel corso di un elegantissimo pranzo in un club londinese tra i più esclusivi, in un improvviso rigurgito di atavismo, scannasse con la mannaia tutti i commensali per cibarsene. Tutto questo ha un motivo: mentre l'educazione dei Mari del Sud è molto vicina alla natura, essa diviene ben presto un fatto interiore, tale da tramandarsi col sangue, e non sono necessarie molte costrizioni per apprendere il cannibalismo; la raffinatezza occidentale, invece, è esclusivamente frutto della civilizzazione, cioè della costrizione, che è un atto di violenza contro la natura, e rimane sempre un fatto estraneo alla nostra costituzione morale più profonda, la quale non cessa mai di opporvisi. In altre parole, la belva che è in noi può saltar fuori in qualsiasi momento. Non così il grande poeta.

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Robert Musil

1880, Klagenfurt

Scrittore austriaco. Compì gli studi liceali a Brno. Nel 1901 divenne ingegnere meccanico, nel 1904 si trasferì a Berlino, dove seguì corsi di psicologia sperimentale e di filosofia, laureandosi nel 1908 con una tesi su Mach. Dopo l'esperienza della guerra lavorò come bibliotecario, redattore editoriale, impiegato del ministero per la propaganda alle truppe. Dal 1923 si dedicò esclusivamente alla letteratura. Nel 1931 lasciò Berlino e tornò a Vienna. Nel 1939 si rifugiò a Ginevra dove visse in dignitosa povertà fino alla morte che lo colse improvvisamente mentre lavorava al suo capolavoro incompiuto, "L'uomo senza qualità".Tra le opere precedenti: "Incontri" (1911), "Tre donne" (1924), "Vinzenz e l'amica degli uomini importanti"...

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