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Buona opera prima, scorrevole e piacevole. Mi sento di consigliarlo anche se ci sono delle inverosimiglianze ed incongruenze disseminate qua e là. Mettiamo da parte la 'Danza' che è fondamentalmente una sciocchezza di cui si poteva fare tranquillamente a meno e chiediamoci che ci fa un commissariato con due funzionari in un paesino di quattro case ed un campanile sull'Appennino Tosco Emiliano per non parlare del finale in cui i protagonisti si muovono convulsamente in mezzo a rischi di ogni tipo quando sarebbe bastata una telefonata ai colleghi della Questura per scatenare la polizia di mezza Italia. Comunque leggerò il successivo romanzo nella speranza che il commissario guarisca da quella stupida 'Danza' od almeno migliori.
"Venti corpi nella neve" unisce una scrittura per così dire anglosassone, asciutta, lineare, al limite dell'essenziale ad una sensibilità italiana, con un'ambientazione che, a parte l'appennino bolognese, è riconoscibile come tante piccole realtà locali del nostro paese. Un romanzo che affonda le radici nelle pagine più sanguinose della storia del Ventesimo secolo e che ci presenta un protagonista, il commissario Serra, impegnato a rifugiarsi da un passato che ritorna e costretto ad affrontare i demoni che agitano la sua anima ed il suo cuore. Ma come? Di nuovo? Forse questo elemento non è propriamente originalissimo, ma lo è la modalità con cui Pasini confeziona un racconto non banale, serio, ben strutturato e discretamente approfondito, dove temi ed atmosfere si uniscono in modo convincente. I dialoghi efficaci e coinvolgenti, i personaggi quasi tutti riusciti e credibili ed i riferimenti storici, dosati con sapienza, inseriti in capitoli brevi facilitano la lettura. A chi storce, o storcerebbe, il naso per l'elemento "soprannaturale", ovvero la "danza" che vede Serra rivivere gli ultimi istanti di vita di alcune vittime, dico che non è grazie a questa che si risolve il caso, bensì è una sorta di ostacolo, quasi una condanna per il commissario. Ci sono, a dirla tutta, elementi già visti, letti e che cominciano a stancare e rischiano di divenire fastidiosi stereotipi, ma li considero alla stregua di tributi da pagare ad un genere un po' affollato e che sforna periodicamente una miriade di proposte, non sempre degne di essere commentate. Comunque la lettura ed il coinvolgimento non ne vengono danneggiati e poi è pur sempre un giallo-thriller, qualcosa di comune ad altre opere e romanzi ci deve pur sempre essere. Magari in prossimi romanzi ("Venti corpi nella neve" è un esordio) Giuliano Pasini ci proporrà altro e qualcosa di più.
bellissimo torna con un altro giallo Giuliano e soprattutto con riferimenti ai partigiani ed alla seconda guerra mondiale affascinante
Recensioni
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