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Un’esplorazione del sud degli Stati Uniti per raccontarne le molteplici contraddizioni, dal razzismo alla rovescia degli atenei della Georgia all’impossibilità della conquista dello spazio.
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Le elezioni americane del 2 novembre 2004 hanno messo in luce come gli equilibri interni della nazione più potente del mondo si siano sensibilmente spostati, non senza importanti riflessi sulla politica internazionale, nella direzione dei valori del "profondo Sud" degli Stati Uniti. Il guru della Casa Bianca Karl Rove ha infatti puntato molto per la conferma di George W. Bush, come già nel 2000, sul sostegno da parte della Bible Belt (la "cintura della Bibbia", così vengono definiti gli stati meridionali, per la forte componente religiosa che li contraddistingue), ovvero sulle masse rurali e provinciali dell'America profonda, tendenzialmente astensionista e ostile nei confronti del governo federale.
In realtà il trionfo di Bush jr. è comunque l'esito di un processo di graduale "conquista" del Partito repubblicano da parte del "vecchio Sud", tradizionalista, ultrareligioso, ostile al multiculturalismo integrazionista e alla globalizzazione sociale e politica. Lo osservava già Michael Lind nel '95, sulla "New Republic", in un articolo dal significativo titolo The Southern Coup, che si concludeva citando George Wallace, il candidato populista indipendente vincitore nelle elezioni del '64 in ben cinque stati del Sud, il quale disse: "Non è l'Alabama ad essersi unito alla nazione, è la nazione che si è unita all'Alabama".
Il "viaggio nel Sud" raccontato da Marco d'Eramo offre un vivido ritratto dell'America meno nota agli osservatori europei: quella parte degli Stati Uniti che, dopo avere perso nel 1865 contro il Nord antischiavista, ha conservato orgogliosamente la propria identità e i propri valori, fino a ottenere la propria rivincita con la nuova destra ora al potere. Il New South, a ben vedere, non è molto "nuovo". Ancora oggi a Charleston, nella South Carolina, quando vengono trovati resti di soldati della guerra civile, si svolgono celebrazioni solenni, a cui partecipano decine di migliaia di persone.
Il razzismo, inoltre, esiste ancora, pur avendo assunto una forma più "educata", e talvolta neppure questa, dato che, sempre nella South Carolina, ogni anno viene arrestato dalla polizia il dieci per cento dell'intera popolazione nera dello stato. Si verifica addirittura una paradossale convergenza tra i bianchi segregazionisti e molti neri nel desiderare un'esistenza "separata": in Georgia ci sono università definite per razza, da una parte gli Hbcu (Historically Black Colleges and Universities), e dall'altra i Pwcu (Predominantly White Colleges and Universities). Tale rigido separatismo viene giustificato, tra l'altro, sulla base dei cosiddetti "vantaggi degli svantaggi": solo grazie alla segregazione, infatti, vi sono primari neri negli ospedali per neri e direttori neri di giornali per neri.
Non potevano mancare poi, nel libro di d'Eramo, osservazioni sull'impronta religiosa del Sud. In Alabama, ad esempio, sono innumerevoli le associazioni, dalla League of the South all'American Renaissance, che scorgono nella guerra civile una chiara manifestazione dell'eterno scontro tra l'ateismo e i valori cristiani. A Chattanooga, contea del Tennessee di trecentomila abitanti, il giornale locale dedica ogni settimana quattro pagine al calendario religioso: vengono segnalati incontri e celebrazioni da parte di oltre cinquanta organizzazioni di culto diverse, che vanno dai battisti al Centro Pneuma Cristiano, dai pentecostali al Potere del Tocco.
Giovanni Borgognone
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