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Anno edizione: 2022
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Aldilà delle sue idee politiche, l'ultimo disco di tutti brani inediti dei "novenove" segna il tempo indelebilmente, ed è, miracolosamente, slegato dalla politica. Perchè è un disco potentissimo, perchè negli anni non ha perso lo smalto, perchè parla del mondo dal vero, perchè non fa una grinza, non ammette giustificazioni. Tutte doti di cui i "prodidinidalemaefini(emosiportanopureabonino)" di "Anguilla" ne sono carenti. E' un disco che anticipa di anni la saga del "comunismo totalmente fuori moda" su cui il Berlusconi Premier si sofferma forse per ultimo con preoccupazione, laddove i diretti interessati ormai si distaccano da quell'idea macchiettistica del papà che "era un convinto comunista" di Comuntwist. I mille morti all'anno sul posto di lavoro di "Povera vita mia", la disoccupazione di "Comincia adesso", l'immigrazione e la vita ai margini descritta con lucidità e bellezza di "Esplosione imminente" (Ancora non hai visto niente, mo se ne cade 'o cielo e se ne sale 'o pavimiente), l'imperialismo americano di "Yankee go home", lo sfruttamento della prostituzione di "A una donna" non sono chiacchiere da inizio millennio, ma "la realtà che non cambierà". "Sfumature" resta una canzone-manifesto per chi non si ritroverà mai inquadrato in una sola immagine di sè, semmai "in frammenti di un quadro ancora da finire". Le parole viaggiano spedite tra Italia e Napoli sul treno chiamato hip hop. Zulu e Meg sono in forma paurosa, e dal vivo fanno ancora più paura. Ma non è solo hip hop, perchè Meg canta da dio. Questi erano i contenuti delle parole, perchè la musica vale come un altro disco. Elettronica, Funk, Scratch art, Sub a palla, Drum&Bass. C'è Bristol, c'è la Jamaica, c'è un groove che brilla come 6 anni fa. Io li ringrazio.
Recensioni
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