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Uno dei pochissimi libri su questo interessantissimo musicista russo; purtroppo l'autrice si impegna più ad elogiare se stessa e criticare gli altri che hanno scritto su questo musicista che non ad analizzare realmente l'opera; si sofferma moltissimo su opere come i canti, ma dedica appena poche righe al capolavoro di Mussorgky che lo ha reso noto in tutto il mondo, Quadri di un'esposizione. Peccato, un'occasione sprecata
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"Questa è una biografia insolita che non pretende di cogliere, in un certo senso, l'impenetrabilità del suo soggetto". Così esordisce Caryl Emerson nella premessa al suo libro Vita di Musorgskij: un avvertimento che ci guida lungo i sei capitoli (più un epilogo) in cui si struttura il volume; completa il discorso un postludio musicale a cura di David Geppert, concentrato esclusivamente sulla produzione artistica del compositore. In centocinquanta pagine la vita di Musorgskij è ripercorsa e commentata con un ampio sguardo anche alla letteratura critica che ha contraddistinto la ricezione dei suoi lavori; questi documenti sono poi un'occasione per allargare l'orizzonte verso aspirazioni, problemi e incomprensioni che riguardarono più in generale la musica russa dell'Ottocento.
La documentazione biografica di Musorgskij è piuttosto scarna: questa penuria di materiale ha incoraggiato l'intrecciarsi di testimonianze autentiche con dicerie senza riscontro, tramandate con ostinazione: un continuo intreccio di verità e leggenda in cui non è facile orientarsi. Questi due aspetti sono stati affrontati in modo diverso dai suoi biografi; Emerson non sdegna alcun elemento, ma lo sottopone a un vaglio scrupoloso; partendo da queste premesse, la sua Vita di Musorgskij soddisfa quindi l'interesse, la curiosità del lettore neofita deciso ad avvicinarsi al compositore russo per la prima volta e lascia appagato anche il lettore cosciente, consapevole delle problematiche che si possono incontrare nello studio della sua biografia.
Le relazioni con il circolo di Balakirev (la cosiddetta mogučaja kučka, ossia il "possente mucchietto" di cinque brillanti amici musicisti, fra cui Musorgskij) e i rapporti con il critico Stasov sono approfonditi sia attraverso la corrispondenza personale sia attraverso le differenti letture degli studiosi nel corso del Novecento. È un libro ricco e completo, in cui la vita del compositore è affrontata non solo dal punto di vista aneddotico, per quanto la piacevolezza di molti episodi serva a ravvivare il tono narrativo e catturare il lettore; a Emerson interessa tuttavia soprattutto inquadrare il discorso biografico in relazione ad alcuni eventi storici importanti nella storia russa del XIX secolo: in particolare l'emancipazione dei servi della gleba e le riforme sociali del 1861-63, che ebbero tante ripercussioni sulla vita privata e quindi sul destino pubblico di Musorgskij. La figura del compositore risulta così meno sfuggente e attraverso lo studio attento della fitta corrispondenza con i suoi amici emerge con evidenza quella che può essere definita l'estetica di Musorgskij, quello che egli riteneva prioritario nella creazione artistica e drammatica, le implicazioni insite nel "lavorare con la musica": "La formula della sua artistica profession de foi può essere spiegata dal suo modo di intendere, come compositore, il compito dell'arte: l'arte è un mezzo per comunicare con le persone, non è fine a se stessa. Questo principio guida ha definito l'intera sua creatività". È Musorgskij stesso a definirsi con questi termini un anno prima di morire, in una breve autobiografia scritta su invito di Hugo Riemann, che voleva inserirla nel suo Musiklexicon. La ricerca del dialogo con le persone ha orientato non solo la sua estetica, ma anche i legami creativi e personali o i rapporti con la tradizione russa; di tutto ciò è possibile trovare riflessi nelle sue composizioni.
Proprio per l'attento lavoro sulle fonti e per il vaglio del materiale magmatico inerente il compositore russo e, più in generale, dei compositori russi del XIX secolo, il volume convince e appassiona il lettore. Con garbo e consapevolezza critica viene affrontata anche la questione dell'identità sessuale del compositore, che sollecita periodiche riflessioni nel corso del volume e affiora più volte. Quando si scivola verso i gender studies è difficile arginare il discorso; ma è brava Emerson a esaminare i fatti (pochi, in questo caso, e aperti a diverse letture) senza condizionarli a una visione precostituita, facendosi schermo persino di garbate allusioni letterarie: come quella a Oblomov e al terrore di cambiare qualcosa nella placida routine di tutti i giorni. Così anche il campo rischioso delle ipotesi di matrice sessuale non viene a scalfire il valore di un testo serio e piacevole, adatto sia alla lettura distensiva sia allo studio analitico.
Marida Rizzuti
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