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LUTYENS, MARY, La vita e la morte di Krishnamurti, Ubaldini, 1990
KRISHNAMURTI, JIDDU, A se stesso. L'ultimo diario, Ubaldini, 1990
scheda di Comba, A., L'Indice 1992, n. 3
La casa editrice Astrolabio-Ubaldini ha già pubblicato 17 volumi di opere di Jiddu Krishnamurti. A questa lunga serie si aggiunge ora un diario che il maestro dettò al registratore nei suoi ultimi due anni di vita, e un'interessante biografia scritta da Mary Lutyens. Vi leggiamo la storia di un bambino brahmano nato vicino a Madras nel 1895, strappato alla sua famiglia da una singolare setta occidentale, la Società Teosofica, che voleva farne il nuovo Messia. Krishnamurti non fu mai uno studente particolarmente brillante, ma subì con grande pazienza il 'training' cui fu sottoposto da Annie Besant e Charles Leadbeater, capi della Società. Appena fu maggiorenne ed economicamente indipendente, tuttavia, si ribellò ai suoi "tutori" e cominciò a fare dichiarazioni rivoluzionarie che colpirono al cuore la Società Teosofica. Negò la validità di qualsiasi dottrina, religione, ideologia o filosofia. Non voleva seguaci, non pretendeva di diventare un maestro. Il suo obbiettivo era liberare l'uomo dalla paura e dal pregiudizio. Naturalmente questa sua anti-predicazione ottenne un grandissimo e duraturo successo. Nella vita di Krishnamurti vi furono anche singolari momenti di sofferenza psichica, talora accompagnati da perdita di identità, e una persistente amnesia del passato. Negli ultimi anni, come testimonia il suo diario, prevalse la contemplazione della natura e la riflessione sulla morte, concepita come una scomparsa totale del corpo e del principio cosciente.
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