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scheda di Borbone, P. G. L'Indice del 2000, n. 01
Questo secondo fascicolo della rivista scientifica storica "Zakhor" - il primo, del 1997, aveva per argomento Mercanti e banchieri ebrei - comprende quattro articoli monografici, che vanno dallo studio della giurisdizione civile durante l'occupazione romana della Giudea (dal 63 al 70) a quello degli Aspetti politici ed istituzionali delle comunità ebraiche in Italia nel Cinque-Settecento, passando per l'analisi di specifiche situazioni (I patti tra gli ebrei di Castel Goffredo e i Gonzaga nel Cinquecento, I marrani di Coimbra denunciati al papa dall'inquisizione portoghese nel 1578. Il loro "status" giuridico in diversi Stati italiani). Alla parte monografica è premessa un'introduzione, che fornisce un'interessante chiave di lettura generale: si vuole riprendere il suggerimento di Vittore Colorni, secondo il quale la storia degli ebrei in Italia poteva essere ricostruita non tanto come "storia di un'emarginazione, ma come storia di una partecipazione al costruirsi del sistema di norme di una parte del mondo, l'Europa". Il presupposto è che "il mondo delle comunità ebraiche della diaspora si sia mantenuto vitale e attivo fino a oggi non in virtù di caratteristiche arcane e inafferabili, non grazie a una non meglio definita capacità di sopravvivere, ma, al contrario, perché (...) riuscì a mantenersi legislatore di se stesso". In effetti, se è comunemente risaputo che in ambiente islamico le comunità ebraiche - e quelle cristiane - godevano di notevole autonomia giuridica e di un sostanziale autogoverno nel settore del diritto civile (cristallizzatosi ad esempio nel sistema ottomano dei millet), forse non si è prestata ancora la dovuta attenzione alle forme di autogoverno delle comunità ebraiche in Occidente. Quello del diritto è un settore particolarmente fecondo per l'analisi dell'interazione tra l'ebraismo e la società circostante, denso di problematiche teoriche e pratiche non tutte risolte neppure con la costituzione di uno Stato "ebraico", tanto che tuttora nello Stato di Israele ferve il dibattito sulla difficile coesistenza di un diritto civile tradizionale di matrice religiosa e la legislazione di uno Stato laico. Per questo la scelta tematica del secondo fascicolo di "Zakhor" appare quanto mai appropriata; poiché si tratta di una rivista scientifica che si rivolge innanzitutto a studiosi, il lettore non vi troverà risposte preconfezionate a domande generali, ma analisi puntuali e approfondite di situazioni specifiche, ed è ovvio che tutto un retroterra di conoscenze sia dato per scontato. Dato l'ambito d'interesse della rivista, l'arco cronologico spazia prevalentemente dall'età medievale a quella contemporanea. Dal punto di vista della storia antica dell'ebraismo, andrebbero forse sfumate affermazioni troppo nette, come quella di pagina 31, dove si parla di una "dimensione classica e tradizionale ebraica, che fin dal periodo biblico divide il potere fra le cosiddette tre corone", la corona della Torà, la corona regale e quella del sacerdozio, un sistema "sviluppatosi (...) fin dai tempi mosaici": quella delle "tre corone" è una teorizzazione medievale proiettata nel passato, che contrasta con ciò che sappiamo della concezione e dell'esercizio del potere nei "tempi biblici"; e quella di pagina 161, che parla di una "tradizione, quella ebraica, estranea a una visione del potere come potere carismatico". In effetti, la funzione dell'elemento carismatico nell'antica regalità ebraica è lampante anche a una lettura non critica della Bibbia, e se quell'elemento fosse così estraneo alla tradizione ebraica, come si spiegherebbe poi, per esempio, il caso di Sabbatai Zevi? Minor drasticità gioverebbe; per lo meno, a evitare di costruire un concetto stereotipo di "Tradizione", poco adatto a servire da strumento di analisi storica.
Pier Giorgio Borbone
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