L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Il libro si cimenta in un terreno di ricerca che la storiografia ha abbondantemente arato. Non per questo l'ideologia fascista resta priva di zone d'ombra da illuminare. È attorno al tema della "rivoluzione" che si concentra l'analisi di Buchignani, il quale individua nella guerra e nel suo mito il fattore genetico e il compimento della parabola storica del fascismo, conclusasi proprio tra le macerie di un conflitto bellico tanto evocato sul piano ideologico, quanto sempre meno sostenuto dall'entusiasmo delle masse. Rivoluzione e guerra erano del resto parse sinonimi a vasti settori della cultura europea della cosiddetta "belle époque". La contestazione che salì dalle nuove leve dell'intellettualità di mezza Europa si rivolse contro la democrazia liberale-parlamentare e contro una società civile costruita attorno ai valori del mercato e della libera competizione, fatti propri dalla borghesia fiduciosa nel progresso. La guerra parve insomma lo strumento più idoneo per abbattere una civiltà ritenuta decadente e corrotta. Nel delineare le coordinate ideologiche del fascismo, Buchignani si muove sulle tracce di Zeev Sternhell ed Emilio Gentile. Condivide l'idea che un'incubatrice ideologica del fascismo, di molti suoi temi, miti e valori fu quella ricerca di una "terza via" tra liberalismo e socialismo che la cultura politica francese compì a cavallo tra Otto e Novecento. Inoltre, fa propria la convinzione che in Italia l'antiparlamentarismo, l'antiriformismo, l'utopia rivoluzionaria e l'uso della violenza nella lotta politica non furono prodotti del fascismo, ma premesse al suo avvento, e responsabile fu l'antigiolittismo dilagante nella cultura d'anteguerra. Più che di "destra rivoluzionaria", cone Sternhell, Buchignani fa riferimento talvolta a un "sovversivismo nero". L'espressione risulta efficace.
Danilo Breschi
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore