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scheda di Castronovo, S. L'Indice del 2000, n. 12
Si tratta del catalogo della mostra tenutasi a Roma, Palazzo Venezia, dal 12 aprile al 16 luglio di quest'anno. Catalogo e mostra nascono con l'intento di riprendere e approfondire alcuni dei temi discussi al convegno Roma anno 1300 organizzato nel 1980 da Angiola M. Romanini, riallacciandosi al contempo al volume, ancora curato dalla Romanini, dedicato a Roma nel Duecento (1991). Forte di questi precedenti scientifici, l'obiettivo dell'esposizione è stato quello di presentare le varie sfaccettature dell'ambiente artistico romano tra la fine del XIII e il primo decennio del XIV secolo, prima del trasferimento della sede papale ad Avignone; e in particolare di restituire l'immagine della capitale quale dovette apparire ai pellegrini che vi accorsero nell'anno 1300, dopo la proclamazione dell'anno giubilare da parte di Bonifacio VIII. Il volume presenta 192 schede e sette saggi (oltre a quello introduttivo della curatrice) che affrontano l'arte romana del 1300 spaziando dai monumenti sepolcrali di Arnolfo di Cambio alla scultura lignea, dalla pittura di Cavallini e di Giotto al ciclo profano dell'abbazia delle Tre Fontane, dai codici del "Maestro del Codice di San Giorgio" ai manoscritti ebraici, dalle lastre sepolcrali all'oreficeria e alle monete del Giubileo. Se i saggi nel loro insieme tendono a riepilogare i risultati raggiunti dagli specialisti dei vari settori negli ultimi quindici anni (con l'eccezione tuttavia degli interventi di Romanini sul monumento de Braye, e di Zanichelli sui manoscritti ebraici), risulta invece particolarmente utile e significativo il contributo delle schede nella seconda parte del volume. Ciò vale nello specifico per le 43 schede dedicate ai codici miniati, alcune delle quali permettono di conoscere da vicino personalità artistiche da poco definitesi; altrettanto importante - nell'ambito del discorso sul ruolo della curia nella diffusione a Roma del gotico francese - la Bibbia dell'Aracoeli in nove volumi, donata ai francescani di Santa Maria in Aracoeli da Niccolò III e realizzata presso alcuni degli atelier parigini attivi durante il regno di Luigi IX. Da sottolineare infine l'importanza - ma ciò è valso soprattutto per chi ha potuto visitare la mostra - di poter vedere riuniti insieme ben cinque opere del "Maestro del Codice di San Giorgio", evento che non si verificava in Italia, credo, dalla mostra su Il Gotico a Siena del 1982.
Simonetta Castronovo
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