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Molto interessante perché originale, personale e sincero. Sfugge alle dicotomie clericale/anticlericale, fedele/protestatario, cristiano adulto/bigotto con cui abitualmente i media inquadrano le posizioni degli interlocutori e degli appartenenti alla chiesa cattolica. Non è certo un catechismo né un libro devozionale e sicuramente non tesse le lodi del clero ma sfugge alle noiose tiritere "critiche" dei teologi pop, teologhe ad honorem e pretiTV che vendono abitualmente i loro prodotti nei salotti televisivi politicamente corretti. Si tratta invece di una visione ed un "racconto" con stili diversi (morbido e fantasioso Mozzi, logico e tagliente Binaghi) del perché gli autori vivono la loro adesione a Cristo nella Chiesa cattolica oggi. Apologia ? Forse, come lo è ogni presa di posizione convinta. Mai banale malgrado la sintesi estrema (soprattutto sui temi trattati da Binaghi) ed una certa naivité (Mozzi) fornisce moltissimi spunti di riflessione e dialogo.
10 buoni motivi per essere cattolici raccoglie delle molto personali riflessioni, che con il Cattolicesimo hanno poco o nulla a che vedere, tranne nel caso si voglia credere a una visione cristiana cattolica inventata di sana pianta. L'introduzione di Tullio Avoledo è una lettura interessante, che spazia da Borges a Philip K. Dick: Avoledo citando Borges evidenzia che "la religione è un ramo della letteratura fantastica". Le osservazioni di Avoledo sono tutt'altro che marginali, ciò non ostante non servono a introdurre alla lettura del fantasioso lavoro di Mozzi e Binaghi. 10 buoni motivi per essere cattolici fa sorridere, soprattutto per la scrittura pagliaccesca di Giulio Mozzi, che avrebbe fatto bene a pubblicare le sue impressioni su Dio e sull'essere cristiano cattolico, senza le pesanti pallosità di Valter Binaghi? e ne sarebbe forse venuto fuori un discreto pamphlet. Questa mia critica non è una stroncatura, non al cento per cento comunque. Giulio Mozzi diverte pur non offrendo dei reali motivi per essere cattolici. Binaghi quando non annoia risulta essere indigesto e cattocomunista confusionario in maniera spudorata. Il mio spassionato consiglio è di leggere l'introduzione scritta da Avoledo, considerandola però uno scritto a sé stante. E il mio consiglio è anche di leggere le personalissime osservazioni di Mozzi e di saltare a piè pari le parti scritte da Binaghi.
In questa originale collana che l'editore Laurana fa ruotare intorno al numero 10,è uscito un volume che prende in esame dieci fondamentali ragioni per cui definirsi cattolici.Libro a due mani,che vede in ogni capitolo giustapporsi le tesi di due scrittori credenti,Valter Binaghi e Giulio Mozzi,che con convinzione si prodigano,usando diverse argomentazioni e suffragandole con varie citazioni(da Dostoevskij a René Girard,da Nietzsche a Eliot,ma soprattutto e ovviamente dalla Scrittura),nell'ambizioso proposito di convertire il lettore.E se Binaghi lo fa con toni e temi adeguati alla serietà dell'intento,Mozzi affronta invece il suo compito con uno stile più giocoso e ironico,a volte ammiccante,e non privo di disinvolture teologiche(ebbene sì,davvero le tre nuore di Noé stavano nell'arca! -pag.66 e Gen. 7,7).Dei dieci motivi elencati per essere cattolici,che ovviamente prendono l'avvio dalla stupita ammirazione per l'atto della creazione un Dio che si "contrae" per lasciare spazio all'uomo:era la teoria ebraica dello tzimtzum di I.Luria;un Dio che plotinianamente crea in continuazione e con assoluta gratuità)e terminano "in Gloria" con la fine del mondo,la resurrezione dei corpi e il giudizio finale(Mozzi:"E' un mistero bello e buono.Non vedo l'ora di vedere com'è".Binaghi:"ogni impurità sarà eliminata e rimarrà solo l'amore"),di questi dieci motivi due sono i più originali e appassionatamente sottolineati:"Perché non si è mai visto un Dio che si faccia carne" e "Perché Dio ha avuto bisogno di una donna",verità che rendono davvero il cattolicesimo diverso e nuovo rispetto a tutte le altre religioni rivelate.I due autori sembrano entusiasticamente innamorati della figura di Cristo,vero uomo e vero Dio(e alla sua parabola di vita e morte,alla sua resurrezione dedicano pagine accese e riconoscenti),così come appaiono tenacemente fedeli a un'idea di Chiesa magistra,custode della sapienza e dei sacramenti,esprimendo un intento apologetico e di fiducioso proselitismo.
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