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l protagonista di questo libro, pubblicato da Einaudi che era l’anno 2011, è Xavier Ireland, nato Chris Cotswold, un australiano di nascita che da cinque anni si è abituato ai ritmi della capitale inglese, Londra. Xavier fa il dj di notte, in una trasmissione che ha per titolo “Le linee della notte”, e dispensa consigli alle tante anime preoccupate che lo chiamano cercando conforto. Di giorno, però, si tiene lontano da tutti, convinto che non si possa evitare il proprio destino e che lui comunque non possa fare nulla per migliorare la situazione. Questo suo atteggiamento lo porta a negare l’aiuto a un ragazzino vittima di un pestaggio e ciò scatenerà una serie di eventi che finirà per collegare undici persone diverse, sconosciute tra loro ma collegate da quel filo che tiene unite le loro azioni, cominciando appunto da quella del DJ australiano. Il messaggio importante che questo libro vuole darci è che non importa quanto piccolo e inutile il nostro gesto potrebbe sembrarci, non dovremmo mai rinunciare a compierlo perché lo si ritiene tale. Ciò che facciamo, nel nostro piccolo sarà sempre meglio di quello che, invece, potrebbe accadere se restiamo fermi: noi forse non lo vediamo, ma anche ogni cosa che non facciamo porta a milioni di conseguenze e non sia mai che una di queste ritorni prima o poi, proprio da noi.
E' un libro che ha tutto per farsi leggere (buona costruzione, dialoghi, stile), ma manca qualcosa che lo faccia ricordare. Una narrazione piacevole, che in alcuni punti arranca per stare dietro all'idea iniziale. Bello (anche se un po' già visto) lo spunto delle vite che si intrecciano, ben caratterizzati i personaggi.
Il paragone con "Un giorno" di David Nichols, pur proposto nella recensione di copertina a questo testo, mi pare fuori luogo (probabilmente anche perché sono un esagerato estimatore di Nichols il generale e di quel romanzo in particolare). Non c'è dubbio, comunque, che Hornby abbia fatto da battistrada ad un gruppo niente male di brillanti romanzieri inglesi e farei rientrare - con qualche curiosità per il futuro - Watson tra questi. "11" è scritto bene, è scorrevole ed è ironico e sentimentale con adeguato dosaggio. Consigliato.
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