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1Q84. Libro 1 e 2. Aprile-settembre
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1Q84. Libro 1 e 2. Aprile-settembre - Haruki Murakami - copertina
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1Q84. Libro 1 e 2. Aprile-settembre

Descrizione


1984, Tokyo. Aomame è bloccata in un taxi nel traffico. L'autista le suggerisce, come unica soluzione per non mancare all'appuntamento che l'aspetta, di uscire dalla tangenziale utilizzando una scala di emergenza, nascosta e poco frequentata. Ma, sibillino, aggiunge di fare attenzione: "Non si lasci ingannare dalle apparenze. La realtà è sempre una sola". Negli stessi giorni Tengo, un giovane aspirante scrittore dotato di buona tecnica ma povero d'ispirazione, riceve uno strano incarico: un editor senza scrupoli gli chiede di riscrivere il romanzo di un'enigmatica diciassettenne così da candidarlo a un premio letterario. Ma "La crisalide d'aria" è un romanzo fantastico tanto ricco di immaginazione quanto sottilmente inquietante: la descrizione della realtà parallela alla nostra e di piccole creature che si nascondono nel corpo umano come parassiti turbano profondamente Tengo. L'incontro con l'autrice non farà che aumentare la sua vertigine: chi è veramente Fukada Eriko? Intanto Aomame (che pure non è certo una ragazza qualsiasi: nella borsetta ha un affilatissimo rompighiaccio con cui deve uccidere un uomo) osserva perplessa il mondo che la circonda: sembra quello di sempre, eppure piccoli, sinistri particolari divergono da quello a cui era abituata. Finché un giorno non vede comparire in cielo una seconda luna e sospetta di essere l'unica persona in grado di attraversare la sottile barriera che divide il 1984 dal 1Q84. Ma capisce anche un'altra cosa: che quella barriera sta per infrangersi.
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Dettagli

2011
722 p., Rilegato
9788806203795

Valutazioni e recensioni

3,58/5
Recensioni: 4/5
(108)
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5
(44)
4
(19)
3
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2
(20)
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Paola
Recensioni: 2/5

Dopo l'entusiasmo per L'ASSASSINIO DEL COMMENDATORE e per ASSOLUTAMENTE MUSICA ho intrapreso il cammino di lettura per conoscere l'opera di HM. Penso di aver sbagliato ad affrontare 1Q84 - tutti e tre i libri -. Concludo sempre le letture che inizio, ma giunta alla fine mi sono sentita fondamentalmente annoiata. Le numerosissime ripetizioni quasi ossessive dei fatti non mi sono sembrate adatte ai lettori attenti, quasi a sfinire chi già si trovava in difficoltà ad entrare in un mondo come quello descritto. Non demordo comunque e continuerò a leggere altri suoi romanzi.

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Agosto
Recensioni: 4/5

Questo è un genere, decisamente, fantasy e nella sua particolarità l'ho trovato avvincente e scorrevole, diverso dal solito. Alla fine riesce a trovare congurenza nella sua circolarità finale, pur non avendo ancora letto il terzo libro. La trama lascia, sicuramente, stupiti ed è difficile da allacciare, anche in via metaforico, alla realtà. Nel complesso lo consiglio.

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paola
Recensioni: 5/5

ottimo capolavoro dell' invincibile autore che tra mille traversie fatte trascorrere ai suoi personaggi Tengo e Aoname, risalta in loro tutti i loro istinti anche violenti e crudi e viene dato un nesso logico alle loro azioni, la fantasia e' prioritario nel suo menu'

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Recensioni

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Voce della critica

  Credo che 1Q84 debba il suo immediato ed enorme successo soprattutto alla trama, calcolata a tavolino e sdipanata con meticolosità nell'alternarsi dei capitoli, che svolgono il racconto seguendo alternativamente i due protagonisti e facendo vedere (è una tecnica già adottata da Murakami) poco per volta le ragioni del loro accostamento fino al (mancato) incontro del libro secondo e in attesa di chissà che nel terzo (previsto in italiano per l'estate). È la vittoria del puro romance sul novel, della fantasia costruttrice sulla profondità della descrizione. Non che quest'ultima manchi del tutto, ma è più precisa che penetrante, più accurata nei dettagli che ricca nella sostanza. E allora che ne è qui del Giappone? Nella straordinaria fortuna in Europa del romanzo quanto ha contato il tipico gusto occidentale per il lontano, per l'esotico, il diverso? Bisogna subito rispondere: poco. Non voglio sostenere (sarebbe esagerato) che, fino a dove è oggi leggibile in italiano, il romanzo starebbe in piedi allo stesso modo se la storia si svolgesse, invece che a Tokyo, in qualsiasi metropoli occidentale e i protagonisti fossero degli europei o dei nordamericani. Ma potrei quasi farlo. Certo, onomastica e toponomastica sono giapponesi, ma parte degli stessi cibi (non mancano quelli locali ovviamente, ma le bevande, i drink, sono quasi tutti europei o americani), gli abiti (Calvin Klein), i brand famosi (Adidas), le sigarette (Marlboro) sono occidentali e, quando sono giapponesi, sono marchi automobilistici (Toyota) che circolano ovunque. Soprattutto è occidentale buona parte dell'arredo culturale che il libro ostenta, perché i suoi personaggi sono persone di buona cultura e di non comune raffinatezza: ecco Janaček (in funzione narrativamente importante, un musicista non certo scontato nelle terre del Sol levante) e Bach, il jazz e le canzoni americane. Certo non mancano alcuni monumenti della letteratura nipponica, come il passo del grande Bodhisattva di Kaizan, che per altro il personaggio non ha voglia di leggere per il suo stile ampolloso, o i racconti medievali della storia degli Heike o del Kojiki, ma vi si citano di più Čekov o Dostoevskij o Frazer, e il racconto nel racconto, Il paese dei gatti, un testo chiave dentro il romanzo, è attribuito a un (per ora) non precisato "scrittore tedesco" degli anni trenta. Poi, naturalmente, c'è da tener conto di Orwell, la cui opera più nota (1984) è sottesa esplicitamente nel titolo di questa di Murakami. Ma, a ben vedere, sono i personaggi a essere molto occidentalizzati, anche se, forse, attendersi delle significative differenze rispetto a noi è solo effetto di un nostro distorto pregiudizio. Certo, la calma, il silenzio di cui sono capaci Tengo e Fukaeri sono tipicamente orientali. Nipponica è la correttezza dei taxisti e l'efficienza dei treni. Ma Aomame e i comprimari non si distinguono, nel look e nel resto, da tipi comuni alla società e alla narrativa occidentali: la donna emancipata e palestrata, il leader equivoco e corpulento, l'editor nevrotico, la poliziotta disinibita, l'infermiera silenziosa, i frequentatori dei bar alla moda manager in carriera e doppio petto… Persino la religione che trapela, pur essendo di tipo buddistico la setta chiave del libro, è poco connotata in senso locale, i suoi tratti sono deboli, senza riti o templi, e le fa da contraltare quella più grezza e fanatica, ma del tutto occidentale, dei Testimoni del libro, che noi chiameremmo di Geova. Soprattutto: la dimensione nipponica è, almeno fino alla fine del secondo libro, sostanzialmente d'arredamento, stilizzata in modo da essere ben visibile ma narrativamente non essenziale. Insomma; se 1Q84 dà l'impressione di essere un libro mirabilmente costruito a freddo per avvincere il lettore di mezzo mondo, anche la debolezza della localizzazione storico-culturale ovvero la sua resa in forme tipiche e convenzionali (cibi, onomastica ecc.) potrebbero essere parte del progetto volto a produrre un romanzo destinato fin da subito alla grande distribuzione globale, sia pure di qualità eccellente e quindi tutt'altro che disprezzabile, oltre che molto godibile. Vittorio Coletti

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La recensione di IBS

L'uccello che girava le viti del mondo. Partiamo da lì. Si pensava di aver già trovato in quelle pagine la massima complessità di riferimenti, stratificazioni di scrittura, evocazioni di immagini, tòpoi della narrativa onirica e dell'iconografia possibili per uno scrittore. Poi è arrivato Kafka sulla spiaggia che ha sparigliato nuovamente le carte della nostra logica e ricomposto l'opera sovrapponendo ancor più immagini e parole, creazione artistica e realtà e arrivando a una quasi infinita elusività del senso, messinscena della fallacia interpretativa che non casualmente omaggia Kafka. Murakami, ne eravamo certi, non poteva arrivare a un più alto risultato. Ma non avevamo ancora letto 1Q84.
È subito evidente che l'autore ha fatto un complesso, immane lavoro di riferimenti incrociati su un tema centrale "le cose sono diverse da come appaiono", dovremmo dire il tema centrale della narrativa dello scrittore giapponese. Eppure questo argomento viene continuamente sfaldato nel suo tragitto verso il senso, che non ha nulla di lineare: è invece - come sempre - labirintico, se non addirittura sospeso. Citazioni e omaggi si susseguono lungo tutto il testo. A partire, è ovvio, dall'anno in cui si ambienta la vicenda, quel 1984 di orwelliana memoria tramutato in 1Q84 sia per un'assonanza tra la lettera e il numero nella pronuncia giapponese, che per sottolineare l'ambiguità della situazione: Q è la Q del question mark, il punto interrogativo. Lungo il romanzo incrociamo anche la Storia che Murakami, a differenza di Orwell, può ricostruire nella sua interezza, pur con l'inserimento di momenti devianti. Ciò che è accaduto nel 1984 e negli anni precedenti è lì, davanti a noi, così come viene riportato, o quasi.
"Di realtà ce n'è sempre una sola" - fa dire Murakami al taxista-traghettatore, personaggio mitologico che porta la protagonista femminile Aomame (citata sempre con il suo strano cognome che significa "piselli verdi") verso la discesa nell'altro mondo. Aomame: un po' l'Alice di Carroll e un po' temibile giustiziere e spietato killer, viso d'angelo e mostruosa smorfia terrorizzante. Ogni passaggio del romanzo gira attorno a questo concetto: le cose non sono come appaiono, ma di realtà ne esiste una sola. Anche se si può mascherare la verità con una finzione, con una menzogna, è necessario ricordare che "una volta che si dice una bugia al mondo, bisogna continuare a mentire in eterno. Diventa necessario per far quadrare i conti". Anche con il passato e con i ricordi si devono quadrare i conti. I ricordi come ondate che risalgono nella mente, che interagiscono anche col fisico, che disturbano, che si vorrebbero scacciare ma che restano, che creano angoscia o rievocano piacere, ma che arrivano inaspettati e non voluti e non se ne vanno se non quando sono loro stessi a decidere di svanire. E al contempo la realtà che muta, il pensiero che non la coglie: "appena cercava di pensare qualcosa la realtà sembrava avvicinarsi per un attimo, poi subito sfuggiva".
"Nella vita le cose non scorrono scegliendo il percorso più breve". Lo scopre Tengo, protagonista maschile, giovane ghost writer incaricato di prendere in mano una bella storia mal scritta da Fukaeri (una diciassettenne misteriosa, impenetrabile, con un modo di parlare bizzarro, all'apparenza anche un po' folle), e trasformarla in un esordio da premio: Crisalide d'aria. Le vite dei due protagonisti, che scorrono parallele nell'anno 1Q84 - Aomame impegnata a giustiziare su commissione e con un sistema raffinatissimo uomini che hanno fatto violenza sulle donne, e Tengo alle prese con la riscrittura dell'inquietante romanzo mentre viene portato da Fukaeri a scoprire una surreale realtà dove esistono misteriose piccole creature - sembrano a un certo punto convergere. Ma in questo spazio-tempo labirintico che ha assunto forme contorte nulla è scontato. "Il tempo in sé dovrebbe avere una struttura uniforme ma, una volta consumato, si deforma. Un periodo breve di tempo può essere terribilmente pesante e lungo, e un altro leggero e breve. E a volte il prima e il dopo si invertono e nei casi peggiori scompaiono del tutto. Capita pure che si aggiungano cose che non dovrebbero farne parte." Ascoltando a lungo un applauso registrato al termine di un concerto Aomame ha la sensazione che non si tratti più di un applauso, ma si sia "trasformato nel rumore di una incessante tempesta di vento su Marte".
Vivendo in un 1984 che non sembra più tale, decide di chiamarlo 1Q84. "Che mi piaccia o no, adesso mi trovo in questo anno IQ84. Il I984 che conoscevo non esiste più da nessuna parte. Ora è l'anno IQ84. L'aria è cambiata, il paesaggio è cambiato. Devo adattarmi il più in fretta possibile a questo mondo con punto interrogativo."
Leggendo con passione il romanzo di Murakami, facendosi avvolgere alla storia, si ha la sensazione che non si tratti più di un semplice libro, ma che si espanda oltre le pagine verso la realtà, trasformandola, come se una seconda luna comparisse in cielo.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Haruki Murakami

1949, Kyoto

Murakami Haruki è nato a Kyoto ed è cresciuto a Kobe. È autore di molti romanzi, racconti e saggi e ha tradotto in giapponese autori americani come Fitzgerald, Carver, Capote e Salinger. Con La fine del mondo e Il paese delle meraviglie Murakami ha vinto in Giappone il Premio Tanizaki. Tra i libri pubblicati da Einaudi troviamo Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Underground, Tutti i figli di Dio danzano, Norwegian Wood, L'uccello che girava le Viti del Mondo, Kafka sulla spiaggia, After Dark, L'elefante scomparso e altri racconti, L'arte di correre, Nel segno della pecora, I salici ciechi e la donna addormentata, 1Q84, A sud del confine, a ovest del sole, Sonno, L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, Uomini senza donne, Prigioniero...

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