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Interessante libro che tratta una storia vera, ma che di reale ha ben poco. Come anticipa la descrizione qui sopra, il libro tratta della sventura di alcuni somali e eritrei, che avevano ricevuto la proposta di figurare in una mostra organizzata a Napoli, per celebrare la conquista dell'Etiopia, l'espansionismo coloniale italiano e di conseguenza il fascismo. Venne data libera scelta, a uomini, donne e anche famiglie al completo, di venir trasferiti e ospitati, da persone libere, nella mostra che doveva ricreare il loro ambiente naturale. L'approfondimento che tratta il libro, mostra qual'era la realtà: durante i viaggi via mare e via terra, avevano un loro spazio separato dagli italiani; dentro il settore della mostra che li ospitava, ognuno era segregato in base alla propria etnia, non potendo uscire per nessuna ragione; e chiaramente erano sempre controllati dagli Ascari. Con lo scoppio della guerra, non poterono tornare a casa, visto che lo stretto di Suez era in mano inglese. Videro i primi bombardamenti alleati di Napoli, non potendo uscire dalla mostra per ripararsi nei rifugi, passarono inverni senza riscaldamento perchè la mostra era temporanea così come il loro soggiorno ipotetico, verranno poi trasferiti nelle Marche, sia per loro sicurezza, sia per ridurre i controlli. Proprio qua diversi fuggiranno per unirsi ai partigiani, soprattutto alla, quasi mitica Banda Mario, composta da italiani, iugoslavi, ebrei, sovietici e inglesi. Verranno trattate anche le alterne vicende belliche che capiteranno alla formazione partigiana, internazionale nella composizione, nei linguaggi e nelle credenze religiose; attiva fino alla liberazione marchigiana. Il libro presenta quattro foto originali della banda (uniche, vista la rarità di fotografi tra le file partigiane), sfortunatamente non ci sono foto delle vicende antecedenti all'attività partigiana.
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