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Giuliana Manfredi e Georgia Corbo hanno curato con passione e riconoscente amicizia questo elegante volume che propone ai lettori un omaggio all'intelligente e coraggiosa attività editoriale di Alessandro Scansani. Scansani fu il fondatore e l'anima pulsante delle edizioni reggiane Diabasis, e qui si offre testimonianza del suo lavoro attraverso la pubblicazione di centoventitré colophon. I colophon sono le poche righe finali in cui normalmente vengono citati la data e il luogo di stampa, o il nome della tipografia: Scansani ne aveva fatto un'arte particolare e gentile, non solo citando e ringraziando tutti coloro che avevano contribuito alla realizzazione del libro, e fornendo indicazioni preziose anche sulla carta e sui caratteri utilizzati, ma addirittura accompagnando queste note con un commento in similversi, una sorta di epigrafe che si trasformava in una minirecensione, utilizzando suggestive metafore, illuminanti immagini visionarie. Cosicché il catalogo Diabasis si arricchiva di gemme conclusive, dettate dalla sensibilità pudica di un editore che non solo amava profondamente la poesia, ma sapeva frequentarla in prima persona con discrezione e raffinatezza. Gli autori proposti dalla casa emiliana erano i più vari: dai classici a poeti e narratori contemporanei, dai politici ai religiosi. Ad ogni volume si accompagnava un colophon particolare, sempre caratterizzato da grande acutezza critica: "Lungo/ le infinite cesure/ del nostro tempo/ nel futuro smarrito/ dell'utopia e nell'ossessione/ della memoria...", "Nel blu/ profondo/ imperfetto e incerto/ della creazione vissuta/ dove la Bellezza/ si misura e sborda". I colophon antologizzati bene evidenziano, come scrive nella postfazione Maria Teresa Giaveri, "il rapporto fra quell'amore della parola che genera poesia e quell'appassionato rispetto delle parole altrui che genera programmi editoriali".
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