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A qualcuno piace uguale - Simona Argentieri - copertina
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Descrizione


Di recente la mentalità comune e la stessa condizione sociale degli omosessuali sono largamente mutate in senso positivo; ma non è una trasformazione profonda. Persistono i vecchi pregiudizi ai quali si aggiungono nuove confusioni ed equivoci, compresi paradossalmente quelli dei diretti interessati. A smontare i luoghi comuni e gli errori, tra omofobìa e ipocrita tolleranza, ci può aiutare la psicoanalisi: omosessualità - come eterosessualità - dicono ben poco della organizzazione psicologica di una persona. Dietro ci può essere di tutto, dalla patologia alla normalità. La prova del nostro equilibrio non è il genere sessuale del partner, ma la qualità del rapporto che siamo in grado di costruire.
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Dettagli

2010
22 giugno 2010
132 p., Brossura
9788806201463

Valutazioni e recensioni

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Giovanni
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Libro pregevole che entra nelle eventuali problematicità dell'esperienza omosessuale. E però confonde outing (svelamento dell'omosessualità di un personaggio perlopiù famoso fatto da terzi) con coming out (la confessione della propria omosessualità fatta nei confronti di certe persone: familiari, amici, colleghi di lavoro, etc. etc.). E poi è portatore di una visione della sessualità/affettività molto femminile vedendo come apice di tali esperienze rapporti completi, stabili, profondi...certo sarebbe bello o forse ottimale vivere rapporti anche di questo tipo ma manca un dovuto riferimento all'aspetto ludico e di varietà tipico della sessualità maschile: si stigmatizza il sesso a pagamento senza un accenno a Pier Paolo Pasolini ad esempio o a Giovanni Testori (due scrittori che non hanno mai fatto mistero delle loro frequentazioni molte delle quali mercenarie) o non so al filosofo Gianni Vattimo o allo stesso Paolo Poli che viene citato a fine libro (tanto per ricordare solo alcuni tra gli infiniti esempi che smentiscono le affermazioni dell'autrice). Così se forse l'approccio psicoanalitico del libro è interessante e va in profondità, mi pare che tali sviste o disattenzioni dimostrino una certa noncuranza, superficialità, una conoscenza approssimativa dell'oggetto su cui si scrive o perlomeno esclusivamente clinica e non empatica: se l'autrice si fosse documentata di più sulla realtà nei secoli dell'omosessualità maschile invece che dissertarne con taglio da entomologa forse il libro sarebbe stato più utile e liberatorio soprattutto per i tanti giovani che oggigiorno si affacciano su questo mondo ancora così stigmatizzato.

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luana
Recensioni: 3/5

Un libro che, a partire dal titolo e dall´autorevolezza dell´autrice, promette piu´di quanto in realta´non offra.Sono certamente molti gli spunti di riflessione e i nodi tematici esposti, ma la trattazione arranca nell´incertezza espositiva. Il ricorso al linguaggio psicoanalitico in taluni punti appare piu´confusivo che esplicativo; impiegato piu´per elargire una certificazione d´onore che per contribuire ad una comprensione fondata. Di ambiguo retrogusto.

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Antonio
Recensioni: 5/5

tesi equilibrate

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Voce della critica

"Tra i miei tanti motivi di ostilità nei confronti di coloro che ostentano (…) brutalità e disprezzo contro gli omosessuali c'è il rancore per aver quasi azzerato lo spazio per una vera discussione che consenta a noi tutti di chiarire cosa significhino oggi eterosessualità ed omosessualità (…) così da poter esprimere anche qualche riflessione critica onesta senza sentirsi immediatamente tacciati di retriva omofobia". Così scrive l'autrice all'inizio del libro che si propone di far sì che la psicoanalisi riconquisti un suo spazio autonomo teorico e clinico su questo problema, partendo dall'interrogativo se la costruzione progressiva dell'identità di genere maschile o femminile si svolga lungo una comune via di sviluppo, oppure se, fin dalle origini, uomo e donna seguano processi evolutivi diversi e differenziati. Ripercorrendo brevemente gli stereotipi più comuni sull'omofilia e la grossolana e confusiva assimilazione che si fa tra omosessuali, transessuali, transgender, travestiti e anche pedofili, Argentieri evidenzia l'importanza dei processi identificatori, imitativi e difensivi che sono alla base dell'identità di genere e del ruolo di genere, sottolineando che la riflessione sui percorsi evolutivi psicologici che possono condurre all'omosessualità, se è essenziale nel corso di una terapia individuale, non consente però una spiegazione generale né di valore nosografico. Il modello del processo evolutivo (e l'elemento basilare dell'invidia, l'esperienza della separatezza…) permette di riconoscere la complessità e l'imperfezione di tutte le persone, ma "non rinuncia a stabilire una contrapposizione quantitativa e qualitativa tra un'organizzazione matura e integrata e una segnata dal prevalere di meccanismi difensivi e regressivi. L'identità sessuale non è un dato ma un percorso che si inserisce nella costruzione, mai compiuta perfettamente, dell'identità personale. "Io non credo – afferma l'autrice – che all'omosessualità corrisponda una struttura psicologica specifica". Assurdo quindi parlare di una "terapia dell'omosessualità": certo anche molti omosessuali possono giovarsi di un trattamento psicanalitico, non in ragione del loro orientamento sessuale, ma delle loro eventuali sofferenze e patologie. Alcune coraggiose riflessioni sull'attualità, anche politica, concludono il libro, nel quale sono citati numerosi psicoanalisti che hanno scritto sull'omosessualità, o sulle "neosessualità" (Joyce McDougall), ma non Janine Chasseguet-Smirgel, coerentemente con quanto affermato all'inizio del testo, cioè che ridurre l'omosessualità a categoria nosografica è un atto "espulsivo" e difensivo. Il libro si rivolge anche ai non addetti ai lavori, ma chi ha una formazione psicodinamica ne coglierà appieno la profondità e l'onestà di pensiero. Daniela Ronchi della Rocca

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Conosci l'autore

Simona Argentieri

È membro ordinario e didatta dell'Associazione Italiana di Psicoanalisi e dell'International Psycho-analytical Association. Tra i suoi libri: "Il padre materno" (1999); "La Babele dell'inconscio" (2003 con J. Amati e J. Canestri); "L'ambiguità" (Einaudi, 2008); "A qualcuno piace uguale" (Einaudi, 2010; "In difesa della psicoanalisi" (Einaudi 2013, con S. Bolognini, A. Di Ciaccia e L. Zoja). Collabora con l'«Espresso» e «Micromega».

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