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Vincitore Premio Andersen 2019 - Categoria miglior libro oltre i 15 anni
Nella zona sud di Santiago, oltre l'Alameda, la grande avenida che in modo emblematico taglia in due la città, gli studenti di un piccolo istituto privato hanno deciso di entrare in occupazione per unirsi al movimento di protesta che sta infiammando il Cile. Chiedono una scuola più giusta e democratica, dove il diritto allo studio sia alla portata di tutti. Nel giro di pochi giorni la loro vita cambia radicalmente: di fronte alle nuove responsabilità crescono gli attriti tra i compagni, il cibo scarseggia e l'organizzazione interna si fa sempre più rigida e diffidente. Tra loro c'è Nicolas, il miglior portiere della scuola. La politica non lo interessa, le lunghe assemblee lo annoiano ed è rimasto solo per Paula, o almeno crede che sia così. Mentre la scuola è in fermento e i carabinieri rispondono con la violenza alle contestazioni, dalla finestra di una casa vicina c'è qualcuno che osserva. Osserva e ricorda... Intrecciando gli stili del diario e della graphic novel, "A sud dell'Alameda" racconta la Rivoluzione dei Pinguini, il movimento studentesco che ha scosso la coscienza del Cile nel 2006 e nel 2011, arrivando ad occupare le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, e che - tra partecipazione e contagioso senso civico - ha dato vita a una nuova ed emozionante pagina della storia delle rivoluzioni.
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Nicolas partecipa all'occupazione di una scuola nel Cile del 2006. Lo fa, all'inizio, perché vuole stare vicino a Paula, una giovane studentessa arrivata da poco dalla Francia. Nicolas scrive tutto nel suo diario, e noi lo leggiamo con lo stupore della scoperta di una nuova avventura. Ma Nicolas invece si rende conto che sono azioni che sua madre e suo padre avevano compiuto quando loro stessi erano studenti in quella stessa scuola nel 1986. Così i ricordi lo avvicinano a un passato di cui lui non conosceva nulla e non sa che proprio da lì arriverà la soluzione alle sue domande esistenziali. Nel finale si compie con commozione una crescita generazionale.
Mi è piaciuto. I disegni sono veramente molto particolari e li ho trovati meravigliosi, mi sono immedesimarsi fin da subito nel protagonista che finisce lì quasi per caso e poi si integra anche se con qualche incidente di percorso con gli altri che hanno occupato. La lettura ha stimolato in me molte riflessioni: da noi in Italia quasi nessuna scuola viene occupata da anni e la loro occupazione avrà avuto l’effetto sperato? Mi piacerebbe molto occupare la mia scuola per lottare e difendere i miei di riti, ideali e la mia libertà di espressione. L’occupazione delle scuole e gli scioperi lavorativi sono le cose più democratiche, durante questi eventi ogni uomo donna i bambini conta davvero.
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