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Anno edizione: 2019
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L'addio all'estate del titolo è l'addio all'infanzia, alla sua spensierata semplicità (la quale faceva da padrona, senza intoppi, nel precedente "L'estate incantata"). L'entrata in un nuovo mondo, più vicino a quello razionale e disilluso degli adulti, coincide con il termine della bella stagione, concetto ripreso più volte nel corso del romanzo a simboleggiare l'ineluttabilità della crescita e, in ultimo, della vecchiaia. Se all'inizio la coscienza di tale destino obbligato è fonte di angoscia, rifiuto e sgomento (non solo da parte dei ragazzi, ma anche di molti che ragazzi non lo sono più da tempo), pian piano subentra una serena accettazione e la sorpresa del rendersi conto di come la vita possa ancora riservare stupore e meraviglia anche a chi ormai è giunto al suo termine.
E' il libro che chiude il cerchio dell'infanzia secondo Bradbury. E' necessario leggerlo solo dopo aver assaporato l'introvabile "L'estate incantata". Le parole sono pennellate delicate, lo stile è morbido, la trama si colloca in una dimensione sfumata, sulla linea sottile che separa il reale dalle atmosfere oniriche e ondeggianti dei ricordi d'infanzia. "Addio all'estate" è uno psicodramma collettivo in cui si affrontano i temi eterni dell'accettazione serena del Tempo e del cambiamento.
Ho conosciuto ray la scorsa estate a los angeles verso settembre, quando l'estate stava dicendo addio a venice. Mi aveva detto che stava lavorando ad alcune bozze che aveva da tempo in cantiere. Questo è il risultato ed è un buon risultato per un "vecchio malinconico" di novant'anni ma con l'immaginazione di un sogno ad occhi aperti.sottoscrivo quanto già detto. Il cinque è alla carriera da nobel.
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