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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2018
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"Questo è il problema: enunciare cosa c'è e cosa non c'è nella parola uomo". Impenetrabile verità, chiusa e aperta insieme. L'ibrido si impossessa di tutto con le sue bacchette di illusionista, gioca fra le ruffiane maglie del capitalismo gelido godendone dei fasti e dei favori, ma adora non meno il crogiolarsi nelle fila dei bravi intellettuali, orridi esemplari dal viso puro e dal cuore butterato. Libro di incandescente bellezza, di impressionante maturità, un grido giovane e malatissimo, una fuga vana a tentar di comprendere ciò che in realtà è già noto, o già intuito, in una distanza che non aiuta o consola, ma che allarga i crateri della ferita. Una riserva di terra, quella africana, come illusione di un candore possibile, lo sguardo da quei contorni come da una lastra interiore che pesa le differenze fra i mondi: "La gente in Africa moriva mentre noi guardavamo ai nostri maestri. Pagliacci e complici: ecco le arti dello spirito". Ma sotto quei palmizi non c'è che altro dolore, l'orrido bubbone di una conferma, il verdetto che avvolge ogni destino e che arriva ad affacciarsi presto, con più gravità di sicuro, in un cuore che - per quanto ventenne - ancor più sente l'ineffabile di ogni azione nel coraggio di due ali impetuose. Da qui queste parole che spezzano: "L'età dello sviluppo non spiega niente". Doppiezze e miserie come immagini consuete, l'homo Oeconomicus colpevole di aver inaridito la vita, una borghesia sorda e meschina che vive "come chiocciole nei loro gusci. Troppo pesanti da sostenere per valicare i grandi deserti che li separano dalle azioni e dai pensieri". La borghesia delle doppie morali, "scimmia che si è messo in testa un vecchio cilindro".Potrei chiamarlo romanzo, ma ha i toni e le scansioni di un grandioso diario dell'anima: la disonestà del pensiero,gli infortuni del capire,l'irreparabile caduta del giusto e del gioioso, quando-per differenza semplice-non resta che l'amore come unica legge a salvare e a dare una vera speranza di rivolta.
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