Verso la fine degli anni 60 il colto pianista classico Florian Fricke lavorava come critico musicale e cinematografico, quando spinto dalla passione per l'elettronica decise di produrre la sua musica. Per un primo periodo fu l'unico in Germania a possedere un Moog III e Gerhard Augustin della Liberty Records gli offrì la possibilità di produrre un album con questo strumento. All'inizio del 1969 Fricke fondò i Popol Vuh, trovando nel tastierista Frank Fiedler un tecnico attrezzato che lo poteva sostenere e in Holger Trülzsch un bravo percussionista. Fricke si allontanò dalle convenzioni musicali per sperimentare nuovi territori e infinite prove portarono alla realizzazione di Affenstunde ("Monkey Hour") nel 1970. Sia il titolo dell'album che il nome del gruppo si riferiscono al libro sacro dei Maya "Popol Vuh", che ispirò Florian Fricke. La prima parte del CD contiene tre parti "Ich mache einen Spiegel" ed inizia con suoni di uccelli e di acqua, prima di addentrarsi sottoterra. Si crea un'unione di percussioni alla base e di elettronica sullo sfondo. Nella seconda parte troviamo il brano che dà il titolo all'album "Affenstunde" dove l'elettronica e le percussioni diventano un tutt‘uno. Invece la bonus track "Train Through Time, diversamente dagli altri brani, è una composizione dinamica e ritmica composta su un sintetizzatore Ensoniq TS 12 e sample registrati da un treno in corsa. L'album è stato nuovamente rimasterizzato da Guido Hieronymus. La musica di quest'album si sposa bene con un'atmosfera meditativa e tranquilla.)
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