L'africano
di Mario Cavatore
Bébert, ex della Legione Straniera ed ex mercenario, stanco di guerre, s'innamora di una bellissima tutsi e per lei torna al vecchio mestiere di vignaiolo, ma in Ruanda. Un'impiegata dell'assistenza sociale del comune, vive a Bruxelles, immalinconita dalla solitudine e tormentata dalle difficoltà dell'ambiente ostile di un quartiere, Matonge, pieno di immigrati neri: cerca di aiutare un uomo che ha perso la memoria e la voglia di recuperarla. Un giovane etologo, P'tipò, deluso dagli uomini, cerca religiosamente nelle scimmie antropomorfe il senso delle leggi di madre natura ma trova invece il dramma e la violenza. Sono queste tre vite, così lontane e diverse, a incrociarsi e a confrontarsi nell'Africa dell'anno del genocidio in Ruanda, in un percorso costellato di tragici)
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