Piacciono sempre a ragazzi/ragazze le storie delle prime indagini giovanili dei grandi investigatori. Del più grande dei detective attualmente sono in libreria tre serie intitolate a Young Sherlock Holmes. Vanna Cercenà, invece, si è dedicata all'infanzia di una scrittrice, la "signora del crimine", Agatha Christie, "mamma" di Poirot e Miss Marple. Cercenà ha romanzato elementi biografici reali per costruire un piacevole, semplice ma rigoroso avvio alla narrativa poliziesca. Così incontriamo Agatha, bambina di dieci anni, intelligente e studiosa, lettrice precoce e appassionata, sensibile e timida ma dotata di grande immaginazione e spirito di osservazione, ammiratrice di Sherlock Holmes e desiderosa di diventare a sua volta investigatrice, coinvolta o meglio decisa a farsi coinvolgere nel caso di un giovane giardiniere impiccato, che tutti ritengono frettolosamente un suicidio, ma non la nostra apprendista detective, che accumula indizi (un fazzoletto, una corda nuova, una scala pesante, odore di etere nella stalla), li collega e indica agli adulti scettici gli elementi che portano alla verità dei fatti. Ma
colpo di scena (che non deve mancare mai in un bel giallo) e l'indagine si complica, il sospettato ha un alibi di ferro; niente paura, Agatha rimette in moto le sue "celluline grigie" e, mentre scagiona il povero giardiniere ingiustamente accusato del furto di una collana, sistema tutti i pezzi del puzzle che raffigurano l'immagine dell'assassino, che è anche il ladro, con una ricostruzione perfetta, che termina con una citazione che solo gli adulti possono cogliere, quando dice che l'assassino "fa quel che doveva fare" (Dalle nove alle dieci). All'inizio c'è un elenco dei personaggi, come si usava nei buoni vecchi gialli di una volta, per agevolare la lettura, e in appendice due paginette di notizie biografiche sulla grande giallista. Da dieci anni. Fernando Rotondo
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