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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2019
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I due saggi qui proposti sono accomunati dalla perentoria e sarcastica condanna dell'ideologia occidentale contemporanea, così come viene espressa dalla cultura, dall'arte e dallo spettacolo, e soprattutto dalle forme seduttive e virulente assunte dal potere. Nel secondo intervento il filosofo si scaglia contro la subdola prevaricazione del controllo, della dissuasione, della neutralizzazione, esercitata in primo luogo dall'informazione e dai media, che ci riducono tutti a diventare "dei riciclati, degli zombi", affascinati dalla visibilità totale, dalla trasparenza immediata, dal Grande Fratello internazionale che trasforma la realtà in un reality totalizzante e totalitario, "nell'esibizionismo delirante della nullità": in cui l'osceno diventa addirittura banale, ogni distanza si abolisce, trasformando anche la tragedia della sofferenza in spettacolarità virtuale. È però soprattutto nel primo saggio che si esprime al massimo l'allarme profetico di Baudrillard riguardo ai destini della nostra civiltà. Se esiste, infatti, un ordine egemonico mondiale che illude i popoli con l'utopia di una liberazione totale e della risoluzione di ogni conflitto, questo potere sovranazionale è artefice di una "immensa simulazione, un immenso reality show in cui non siamo altro che vergognose comparse". Infatti, negli ultimi anni abbiamo assistito alla subordinazione dell'intera realtà all'ordine economico, e "a un asservimento delle menti a un unico modello, a una sola dimensione concettuale", imposta dal capitalismo attraverso il condizionamento generale dei media e della pubblicità. Questa "forma carnevalesca e cannibale" di intendere il servizio pubblico ha già prodotto un'effettiva derealizzazione, non avendo più basi culturali e politiche concrete, ed è destinata all'autodistruzione: perché non la salverà nemmeno il maldestro tentativo di proporre alle popolazioni diseredate del terzo mondo il proprio sistema di valori fittizi.
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