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Sylos Labini era interessato alla dinamica degli oligopoli che arginano il potere del mercato, senza ingessarlo, pur ostacolando la concorrenza (cfr. politica antitrust e cartelli). Si tratta di scritti di “disperazione sociale” dalla “putrefazione morale” italiana (Calamandrei), poichè siamo “tutti immersi nella corruzione” (appalti, funzionari, parlamentari, giudici, etc.) che distrugge la società, nelle 3 italie storicamente problematicizzate dalle dominazioni straniere. L’etica e la politica sono distinte: vedi Inghilterra e Puritani nel 600-700 in America e la rivoluzione industriale. La vera distinzione sta fra le persone civili e gli opportunisti. Belle le sintesi sul pensiero economico: Ricardo e la distribuzione del reddito (accumulazione del capitale: profitti/rendite terriere), Marx va criticato per il suo programma rivoluzionario, ancor più l’abusato pensiero di Macchiavelli: sono i mezzi barbari che imbarbariscono il fine stesso, nella sfiducia negli uomini che vanno governati senza scrupoli. La differenza fra classici e marginalisti sta nella concorrenza: stimoli e miglioramenti per i primi, curve statiche e ipotetiche di domanda/offerta i secondi (vedi modello Solow, funzione Cobb-Douglas). E’ inadeguata la teoria di Keynes perché ignora il progresso tecnico.Schumpeter “modelli teorici storicamente condizionati” o fondati sulla “path dependence”nel processo ciclico mosso (come per Marx) dagli investimenti. Autodeflazione:gli innovatori restituiscono i prestiti (creati da moneta bancaria). Sraffa: il capitale nel suo rendimento. Smith: metodo storico-logico, predilige ciò che “sta in mezzo”; diversamente da Ricardo e Marx i salari tendono a crescere, per cui si introducono macchine (effetto Ricardo), il mercato non è un vuoto, ma un complesso sistema di leggi su cui intervenire quanto le condizioni cambiano. Nei paesi arretrati i modelli formali non servono, bensì ricognizioni accurate sulla loro evoluzione storico-sociale (comunità di villaggio, etc)
Ingredienti: il testamento spirituale di un grande economista, un paese in crisi morale, civile, politica ed economica, i danni del berlusconismo combattuti con passione e rigore, brevi suggerimenti per un riscatto del singolo e della nazione. Consigliato: a chi vuole riscoprire un intellettuale quasi dimenticato, a chi vuole vaccinarsi contro nuovi stupri del paese.
E' un testo agile, non un mero pamphlet polemico, bensì una silloge di articoli di giornale, interviste, glossari e lemmi in cui con grande lucidità e senso delle proporzioni l'autore fornisce un assaggio delle sue concezioni economiche e della sua visione politica. Molto ben riuscito è il capitolo dedicato al pensiero di quello che l'autore chiama "il mio amico Adamo" ovvero Adam Smith, pensatore più profondo e umano di quello solitamente presentato dalla vulgata. Altresì generoso è il ricordo di Gaetano Salvemini, nume tutelare dell'autore. Un po' superficiale e frettolosa è la lettura che si propone di Machiavelli, Marx e Gramsci. Forse sarebbe stato necessario un maggior approfondimento soprattutto del pensiero di Marx (politico, filosofico, economico, scientifico)che a differenza di quel che pensa l'autore può costituire ancora un punto di riferimento per la sinistra contemporanea (discorso altrettanto valido per Gramsci) e magari sarebbe stata opportuna una distinzione tra il pensiero di Marx e certe sue volgarizzazioni. Ma nel complesso il testo centra l'obiettivo: un appello agli italiani affinché riprendano il controllo della propria vita e non si lascino menar per il naso da venditori di fumo e capi carismatici. Contiene anche un invito a rilanciare le istituzioni europee tanto sul piano politico quanto sotto il profilo economico e finanziario e un ulteriore monito a non contrapporre etica ad economia.
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