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Anno edizione: 2020
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Gli spiriti che popolano Aldilà non sono solo quelli, inquieti, dei morti, bensì anche i fantasmi della grande letteratura dell'orrore
«Andrea Morstabilini rende omaggio ai codici di un genere e alle proprie ossessioni» - la Lettura
«Quello di Morstabilini è un horror sull'horror, una riflessione sul genere stesso concepito come una villa non dissimile dalla Diodati di Byron e Mary Shelley, e su come quello spazio grigio, più inquietante e doloroso del bianco e nero cui la nostra mente aspira costantemente, annaspando ansiosa, consenta di guardare in faccia alcuni nodi della nostra esistenza personale e collettiva» - Edoardo Rialti, Il Foglio
In una pianura immobile e silenziosa, attraversata da un lento fiume, sorge una casa inquietante e solitaria: la villa che uno scrittore ha scelto come suo ritiro, come luogo per isolarsi dal mondo e scrivere un romanzo dell'orrore. Presto, lo scrittore scopre di non essere solo in quella casa, abitata da presenze, ombre e fantasmi e circondata da una misteriosa foresta che, forse, è anche un cimitero. Ma gli spiriti che popolano Aldilà non sono solo quelli, inquieti, dei morti, bensì anche i fantasmi della grande letteratura dell'orrore: le ombre di H.P. Lovecraft, Edgar Allan Poe e Robert Louis Stevenson infestano un romanzo che è danza macabra e tributo ai maestri, seduta spiritica e riflessione sul potere della letteratura, la sua capacità di esorcizzare i demoni e l'orrore che abita le vite di ognuno di noi.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho cominciato carichissima, e ho terminato sfinita. Non ho apprezzato molto i personaggi in generale. Il protagonista è inconcludente qualsiasi cosa faccia. Il signor M-, il suo amico, i membri della società di psicolalia applicata mancano di carattere, mentre ho apprezzato molto di più le figure assolutamente secondarie dei domestici e dell'amico Emiliano. La storia è meravigliosa in alcuni punti, ma è come leggere tanti episodi sconnessi, che legano male fra loro. Fa da contrasto un linguaggio ricercato, molto particolareggiato. Si vede che l'autore possiede un ottimo bagaglio lessicale, ma la storia in sé resta comunque poco strutturata. Peccato, poteva rendere molto di più.
Mi ha ricordato un po' quei film di Pupi Avati tipo "il signor Diavolo": Il tema è lo stesso; la presenza del maligno nelle piccole comunità del nord Italia. Non mi è piaciuto e l'ho letto per gli accostamenti, da me non trovati, a Poe e Lovecraft. Il finale pure non mi ha convinto e a un certo punto mi ha anche annoiato parecchio.
Invito i lettori appassionati di letteratura gotica (in questo caso contemporanea e italiana) a visitare il sito di clubghost per leggere l'ottima recensione del mio amico Alessio Noè, uno dei pochi esperti del fantastico che ha capito benissimo che la forma di un'opera letteraria è importante quanto la sostanza, in modo particolare in questo genere di narrativa, in cui la forma, lo stile, la sintassi e la semantica, negli ultimi tempi (per non dire da decenni), ha lasciato molto a desiderare. Non a caso Alessio a citato come numi tutelari dell'autore, oltre ai soliti Poe e Lovecraft, anche Meyrink, Aickman e per mio gaudio, uno dei miei scrittori preferiti per forma e contenuti (astrattissimi), ovvero il maestro Giorgio Manganelli, uno dei frutti più saporiti della nostra collaborazione intellettuale e letteraria, in fondo e lo scrivo spesso, gli uomini sono come le antenne radio, trasmettono e ricevono di continuo, influenzandosi a vicenda. Anche in questo romanzo, come solo la grande letteratura insegna, la trama fa un passo indietro rispetto a stile e atmosfera.
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