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Alla periferia dell'impero. Il Regno di Napoli nel periodo spagnolo (secc. XVI-XVII) - Giuseppe Galasso - copertina
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Alla periferia dell'impero. Il Regno di Napoli nel periodo spagnolo (secc. XVI-XVII) - Giuseppe Galasso - copertina
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Dettagli

1994
1 gennaio 1997
XII-438 p.
9788806134563
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Indice

Prefazione. Parte prima. La Spagna imperiale e il Mezzogiorno. Momenti e problemi di storia napoletana nell'età di Carlo V. La feudalità nel secolo XVI. Società e filosofia nella cultura napoletana del tardo Rinascimento. Le riforme del conte di Lemos e le finanze napoletane nella prima metà del Seicento. Economia e finanze nel Mezzogiorno tra XVI e XVII secolo. Il Mezzogiorno nella "crisi generale" del Seicento. Una ipotesi di "blocco storico" oligarchico-borghese nella Napoli del Seicento: i "Seggi" di Camillo Tutini fra politica e storiografia. Masaniello. Ceti e classi alla fine del secolo XVII. Parte seconda. Milano spagnola nella prospettiva napoletana. Una capitale dell'impero. Il "lungo" Cinquecento e il mancato sviluppo calabrese. La "provincializzazione" del Regno e l'egemonia napoletana nel secolo XVI: il caso pugliese. Referenze bibliografiche. Indice dei nomi.

La recensione di IBS

Per due secoli il Regno di Napoli appartenne ai sovrani spagnoli in rapporto complesso di unione personale, ma anche di dipendenza politica dal centro della loro potenza - i Regni di Aragona e Castiglia - che è tra i più esemplari per la fisonomia politica e giuridica dell'Europa moderna. Fu l'epoca culminante nella vicenda politica e civile della Spagna moderna, l'epoca del siglo de oro e della successiva decadenza. I sovrani spagnoli regnavano allora sul primo impero a scala mondiale che la storia ricordi, con effetti che durarono profondi a distanza di secoli ovunque la Spagna fu presente. Napoli fu una periferia di quell'impero, ma con una personalità storica inconfondibile e fortemente significativa per le influenze che subí e per le reazioni con cui vi rispose, manifestando e sviluppando un'autonomia di svolgimenti del tutto lontana da quella dipendenza semicoloniale che secondo una lunga tradizione storiografica contrassegnò il rapporto tra la Spagna e i domini italiani dei suoi re. Anche per la periferia dell'impero si modifica così quella "leggenda nera" per cui la Spagna baluardo della "reazione cattolica", di un "assolutismo" oppressivo e totalitario responsabile di dominazioni distruttive di popoli e paesi, assunse la fisionomia di un autentico impero del male, di cui l'"Inquisizione" fu il simbolo piú eloquente. Dopo due secoli di polemiche protestanti e illuministiche, liberali e democratiche, massoniche e umanitarie, la Spagna ritorna in queste pagine nella sua complessità di "grande monarchia" che contribuí fortemente, nei suoi modi, alla nascita del mondo moderno. E tutti i grandi temi della storia moderna d'Europa ricorrono, infatti, in quei due secoli di storia del Mezzogiorno d'Italia.

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Giuseppe Galasso

1929, Napoli

Storico e studioso di statura europea, meridionalista di primo piano, esponente politico e saggista, professore emerito dell’Università di Napoli Federico II e promotore della “legge Galasso” per la protezione del paesaggio.Nato a Napoli il 19 novembre 1929, Galasso aveva vinto nel 1953 una borsa di studio all’Istituto italiano di studi storici fondato da Benedetto Croce. Galasso era rimasto negli anni fedele al pensiero del grande filosofo idealista, al quale aveva dedicato il saggio Croce e lo spirito del suo tempo (Laterza). Si era affermato come storico dell’Età moderna, con grande attenzione anche al Medioevo e al Risorgimento. Aveva aderito al Partito Repubblicano di Ugo La Malfa e di Giovanni Spadolini, per il quale era stato deputato dal...

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