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Anno edizione: 2017
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Autore: Proust Marcel; Titolo: Alla ricerca del tempo perduto (La strada di Swann. All'ombra delle fanciulle in fiore. I Guermantes. Sodoma e Gomorra. La prigioniera. Albertine scomparsa. Il tempo ritrovato); Editore: Einaudi; Data: 2008; EAN-13: 9788806195298. Einaudi (ET biblioteca 48.); 2008; 9788806195298; Copertina flessibile; 21,5 x14 cm; pp. XXIX-2340; A cura di Mariolina Bongiovanni Bertini. Con un saggio di Erich Auerbach.; Presenta leggeri segni d'uso ai bordi (piccole imperfezioni), interno senza scritte; Buono, (come da foto). ; «A confronto con l’opera di Proust, quasi tutti i romanzi che si conoscono sembrano dei semplici racconti. Alla ricerca del tempo perduto è una cronaca ricavata dal ricordo: nella quale la successione empirica del tempo è sostituita dal misterioso e spesso trascurato collegarsi degli avvenimenti, che il biografo dell’anima, guardando all’indietro e dentro di sé, sente come l’unica cosa vera. Gli avvenimenti passati non hanno piú potere su di lui, ed egli non finge mai che quanto da tempo è accaduto non sia ancora accaduto, e che non sia ancora deciso quanto da tempo è deciso. Perciò non c’è tensione, non c’è acme drammatico, non c’è assalto e scontro, né susseguente soluzione e pacificazione. La cronaca della vita interiore scorre con armonia epica, poiché è soltanto ricordo e introspezione. È la vera epica dell’anima, la verità stessa, che qui irretisce il lettore in un dolce, lungo sogno in cui egli soffre molto, ma soffrendo gode anche la libertà e la pace; è il vero pathos del decorso delle cose terrene, quel pathos che sempre scorre, che mai si esaurisce, che costantemente ci opprime e costantemente ci sostiene». Erich Auerbach ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.
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Fondamentale per la crescita della mia autostima è stata, a 18 anni, la lettura della "Recherche" Proustiana, operazione che completai in 29 giorni lordi (23 netti, dopo i primi 15 crollai malato per 5 giorni per la stanchezza: tenni persino una sorta di diario di lettura, su un foglietto che credo sia tuttora a nutrire i pesciolini d'argento in un cassetto), in una sorta di Blitzkrieg letteraria dai risultati controversi: si tira dritto e non si rilegge (quasi) mai, senza saltare neanche una virgola, e il lungo e sinuoso periodo Proustiano, in quel caso, diviene spesso come sfrecciare sulle sulle montagne russe su di un vagoncino impazzito. Ovviamente la lettura integrale della Recherche lascia alla fine frastornati, ma dopo un po’ ci si rende conto che, non solo la madeleine, ma anche il bacio della buonanotte della mamma (povero piccolo Marcel), Odette ricoperta di petali di Cattleya (una varietà di Orchidea, ma uno come me, che in terza elementare per scrivere un pensierino su un fiore sceglieva la Mirabilis Jalapa, non può che condividere la scelta di un nome più esotico) dal buon Swann, la piccola frase di Vinteuil, il Bergotte controfigura (forse) di Anatole France, la Duchessa e la Principessa di Guermantes (che però continuavo e continuo a confondere e quindi percepisco come un unico personaggio bifronte ;-) ), il salotto della signora Verdurin, le avventure omo di Charlus,… molto è rimasto e si è depositato. E se le estati a Balbec sono durate un po’ troppo poco, se Albertine è arrivata, è stata imprigionata ed è fuggita verso la morte in un fiat, le figure torreggianti del finale, sommatoria delle varie incarnazioni di ogni personaggio/individuo, e le intermittenze del cuore rimangono incise indelebilmente e condizionano il nostro modo di vedere la vita, tempo perduto per definizione, che sfugge lasciando dietro di se tracce e ricordi come una bava di lumaca, che scintillano e risplendono, eclissandosi poi e riapparendo in maniera diversa in ogni momento.
Il grande poema dell'olfatto, la possente odissea della vanità, l'inutile eclissi della memoria se arrivano a ravvivarla epifanie involontarie così vere e violente, così intatte e presenti, da abbattere ogni stolta lancetta del fuori. Il tempo è un mai trascorso e tuttavia un inarrestabile. L'immanenza ha sotto mano l'infranto, ma i sensi ritrovano l'allora. Nel frattempo scorre la vita, l'esondata parabola di capricci e fedeltà, in un silenzioso gioco di doppie morali e grandezze di sentimenti che nello snodo dei periodi diventano storia di ognuno di noi. Ha scritto bene Walter Benjamin: " La Recherche mostra che l'opera letteraria superiore ha la sua sede nel cuore dell'impossibilità, al centro e insieme nel punto d'indifferenza di tutti i pericoli". Un corpo a corpo di inarrivabile potenza interiore, la piccolezza resa macigno, scultura, astro, se uno stivaletto d'incanto spalanca i sipari del passato come un qualcosa di identico e cambiato ad adesso. Dove ci troviamo? In un fiume pieno di rughe che sente lo stesso le sue onde giovani, un'assenza che è presa moltiplicata, tangibile e nostalgica al tempo come ogni piega di dentro stirata dalla giusta sensibilità. Cattedrale impareggiabile, indicibile, chiave di volta di un Novecento malato che entra finalmente nel suo letto di pena, sfiancato e tuttavia libero. Un infinito fogliame sociale sopra radici rigide e lontane, la fatalità del mentire, del desiderare, in un linguaggio che è ossessione e respiro, oasi e cella anche in una sola pagina. Se Proust cadde vittima di questa sontuosa sinfonia, ne fu comunque il credo e la madre, il seme e lo specchio. Siamo davanti a noi stessi come eravamo un giorno, da qualche parte, mentre una bicicletta correva o due uccelli si rincorrevano nella corsa, in qualche lontano Aprile del cuore ancora sveglio e aperto sulle corde della melodia. E siamo nelle cose più importanti della nostra vita, quell'essenza salvata dal martirio dei quadranti a sfavore. Immenso!
Mi è piaciuta molto l' idea di tutta la serie in un' unico volume. Anche se scomodo da leggere perché pesante ne vale la pena, l' ho trovato un capolavoro per il senso del tempo che scorre lento e calmo , e nello stesso tempo per la complessità e profondità del pensiero che l' accompagna, pensieri datati ma comunque attuali sui sentimenti e giudizi dell uomo che è sempre lo stesso anche se di un periodo storico differente.
Recensioni
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