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Che dire... Capolavoro! È una parola abusata ma in questo caso corrisponde al vero. L'edizione, tra l'altro, mi è sembrata dignitosa.
L’opera di Proust racchiude nella sua apparente cornice di romanzo, tutto un insieme polimorfo che va da una vera e propria poesia di linguaggio, alla filosofia, al saggio, quest’ultimo continuamente intercalato tra le pieghe della sognante matassa narrativa. Proust non è un autore che si presta alla più facile lettura proprio a causa del suo stile complesso, apparentemente tortuoso, inguaribilmente ipotattico, caratterizzato da lunghi periodi ricchi di subordinate, parentesi e incisi vari. Uno stile che richiede concentrazione, impegno, e talvolta il dover ritornare all’inizio della pagina per capire il senso di ciò che si è letto (non è forse questa la prerogativa della grande letteratura?). Un’opera in cui l’autore, tra le descrizioni dei personaggi, dei loro moti dell’anima, di una situazione, di un paesaggio o di un’opera d’arte, utilizza spesso il metodo analitico-induttivo per passare dal particolare al generale ed estrarne così un legge, una massima, un pensiero di rara profondità spirituale. Capolavoro letterario ricco di introspezione e sfumature psicologiche, in cui ognuno di noi potrà meditare, riflettere o specchiarsi nel riverbero dei sentimenti che vi sono descritti: amore e gelosia come leitmotiv, dolore, risentimento, passione, speranza, nostalgia, rimpianto, amicizia e tutte le iniquità possibili delle classi sociali rappresentate. Un grande affresco di tutta un’epoca (la Belle Epoque di fine’800 e inizio’900) vissuta dal'autore-narratore in mezzo all’alta borghesia e all’aristocrazia parigina. Un’affascinante sinfonia di cui vi consiglio la lettura anche per le innumerevoli citazioni artistiche e culturali di cui Proust era capace, che vanno dal teatro (il suo amato Racine), alla letteratura , alla poesia, alla pittura, alla musica (Wagner, Debussy...) per finire con i fatti storici e i loro protagonisti. Una profonda riflessione sulla percezione della memoria (involontaria),sul Tempo e la sua caducità, e sull'Arte che eternamente gli resiste.
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