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Il libro ha l'obiettivo di mostrarci Marilyn fuori dai riflettori. La scrittice è psichiatra e ci porta a riconsiderare meriti e critiche riversate su Marilyn attrice e donna, raccontandoci la sua storia intima ed evidenziando tutte le difficoltà e i vissuti che possono avere influenzato le sue scelte fino a portarla alla morte, mostrandoci i dubbi sulle cause della stessa. Consigliato per conoscere, da una voce professionale, uno dei grandi misteri e una delle più grandi icone che ancora influenzano la nostra cultura.
Ho letto con grande interesse il libro che pone in evidenza molti aspetti di Marylin e della sua esistenza. Non essendo un esperto, mi limito a scrivere ciò che tale opera ha fatto nascere in me. Ovvero: tutti i personaggi hanno un’immagine che si discosta dalla realtà in maniera molto più evidente rispetto ai comuni mortali. L’immagine è costruzione, amplificazione della realtà stessa ed i media contribuiscono in modo essenziale per far sì che ciò venga attuato. Gli stessi cercano di rendere immortali i personaggi, invitando le persone ad identificarsi in loro perché perfetti. Marylin ha vissuto una vita travagliata, la sua morte resta un mistero ed era splendidamente bella. Era vera nelle sue fragilità, inoltre era e voleva essere infantile e ciò la faceva essere se stessa o apparire tale anche quando questo non si verificava (vedi dal libro la vita piena di eccessi). Chi non la odia, la osserva con tenerezza e la ama smisuratamente. Per queste ragioni, a mio avviso, ha lasciato un segno indelebile: le sue fragilità – nel tempo – sono divenute punti di forza. Gli autori la descrivono in maniera scientifica, pur lasciando spazio ad aspetti comprensibili anche ai non esperti. Altri personaggi, soprattutto americani, hanno fatto un fine tragica, ma lei resta unica, nel bene e nel male. L’autrice e l’autore del libro sottolineano come Marylin ricercasse continuamente il malessere, ma questo sta a mio avviso a significare il suo desiderio di normalità. Marylin non sopportava più Marylin ed abusava di alcol e sostanze stupefacenti, come fanno in molti. 89 artisti su 100 – secondo un recente studio americano – soffrono di patologie psichiche. Marylin è il caso per eccellenza: vittima di sé, vittima di tutti, del suo talento, del destino. Della sua morte che le ha consentito di non invecchiare e di rimanere sempre così, un’icona unica, immortale. Purtroppo per lei. Per la gioia di molti. Ottimo libro. Lo consiglio.
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